mercoledì 18 maggio 2011

La contraerea degli imbecilli


Arriva l’estate e arrivano le zanzare. Succede da qualche milione di anni.

Poi alla fine degli anni 90 sbarca da noi la zanzara tigre ed è il panico. Nel 2007, a causa delle zanzare tigre, ci fu in provincia di Ravenna un’epidemia di febbre virale africana che contagiò ben 200 persone.

Terrorizzata, la gente si riversa ora nelle strade e si raccoglie davanti ai comuni in attesa di un gesto risolutivo da parte degli amministratori cittadini. Chi altro infatti potrà salvare 60 milioni di italiani dal feroce insetto asiatico?

Nel mondo dei fumetti, Superman avrebbe usato il supersoffio per spazzare via le zanzare e sbatterle su Marte, un ambiente ostile dove sarebbero morte all’istante. Spiderman, da buon ragno, se le sarebbe mangiate tutte. Ma sappiamo che i supereroi non esistono e la soluzione la devono trovare i sindaci, i veri eroi che difendono gli italiani.

Reagisce per primo il sindaco di Ravenna con un’ordinanza in vigore dal 21 Aprile al 31 Ottobre che impone di svuotare qualunque contenitore di acqua stagnante, dai serbatoi d’acqua alle fontane o piscine non in uso e perfino i vasi di fiori al cimitero, sostituendo all’acqua la sabbia umida.
Non sfuggono nemmeno i “detentori di copertoni”, quei loschi individui che depositano all’aperto carcasse di pneumatici usati da rigenerare.
Col sindaco di Ravenna non si scherza, ci sono sanzioni da 103,29 a 516,46 euro.

Il sindaco di Roma non è da meno. Dal 18 Aprile al 30 Novembre, nel territorio della Capitale del Mondo lasciare che l’acqua ristagni nei sottovasi costerà alla Sig.ra Cesira da 50 a 500 euro.

Li mortacci – esclama la poveretta – stavo in vestaja a ddà l’acqua ai fiori e me so trovata davanti un pizzardone in elicottero che me stava a fà la multa perché ciavevo du’ dita d’acqua ner sottovaso…

Una campagna di sensibilizzazione sarebbe costata troppo. Si passa piuttosto a emanare ordinanze stravaganti con sanzioni pecuniarie assurde e che nessuno ovviamente farà rispettare. I vigili urbani sono già introvabili e non escono nemmeno in caso di incidente stradale. Ve li immaginate attraversare il paese a sirene spiegate perché lo sfasciacarrozze ha una pila di copertoni non svuotati?

Questa è l’Italia cialtrona che naviga il Terzo Millennio a suon di carte bollate e provvedimenti inutili. L’importante è far vedere di aver fatto qualcosa, non importa cosa.

Zanzare tremate, la contraerea degli imbecilli vi abbatterà.

Nei Paesi civili si fa una campagna di disinfestazione e si mette a disposizione dei cittadini il larvicida con le istruzioni del caso. Non mi pare il caso di scomodare Einstein e infatti molti sindaci italiani hanno scelto questa strada. 

A Napoli invece si è adottato l'antico rimedio popolare di gettare l’immondizia in strada in modo che le zanzare tigre se le mangino i topi.
Accà nisciuno è fesso...

sabato 14 maggio 2011

Memoria corta

Meno di un anno fa scoppiava il "caso Granarolo", sapete ...quelli della Lola e delle 50.000 mucche italiane. Peccato che parte del latte venisse da un'azienda tedesca e fosse contaminato con pseudomonas fluorescens, un batterio che, Sim Salabim! senza trucco e senza inganno, fa diventare blu le mozzarelle. 

Putiferio mediatico. Minaccia di denuncia per frode in commercio da parte del Codacons, inchiesta della Procura di Torino. Mezza Italia incazzata e l'altra mezza angosciata al momento di comprare la mozzarella. Ne abbiamo parlato anche qui sul blog: La Lola si chiama Gretchen. Poi è finito tutto.
Come sempre il Paese dei mille garanti (pupazzi strapagati che non vedono e non fanno niente) non garantisce un beneamato caspita e il consumatore consuma a suo rischio e pericolo.

Ma non basta! Da qualche giorno, non ci crederete, la Granarolo ha rilanciato come se niente fosse una campagna pubblicitaria identica a quella di prima: l'agricoltore che sembra un professore di filosofia, la bella mucca al guinzaglio e un gran pascolo verde brulicante di mucche. Le avranno fatte al computer? Ci saranno veramente 50.000 vacche in tutta Italia? Contando anche le veline e le escort di regime, volevo dire.

Ah, dimenticavo, c'è anche il bambino dalla voce idiota che dice: E' quello della Lolaaaa.

L'azienda conta di sicuro sulla memoria corta dei consumatori e ricicla una vecchia pubblicità fatta di stupido sciovinismo alimentare e (almeno allora) di menzogne spudorate. Della serie: Non Conosciamo Vergogna.
Non mi risulta infatti che la Granarolo abbia mai fatto le sue scuse ai consumatori italiani per aver tradito le sue stesse promesse. E ora ci rifà.

"Solo latte italiano". Ma, facciamo anche finta che sia vero, dove è scritto che il latte italiano è meglio di quello francese o svizzero? Anche quello bavarese, magari non comprato dalla Milchwerk Jaeger, non è proprio niente male. 

Ma che volete, l'italiota medio si fida di più del latte e dell'olio d'oliva italiani (anche se quest'ultimo non basta a soddisfare il consumo nazionale e allora bisogna aggiungercene un po' dalla Spagna, dalla Grecia o dalla Tunisia, ma per carità senza dire niente sennò il consumatore storce il naso).

La cosa grottesca è che sono le stesse aziende con la loro pubblicità a creare nel consumatore  l'esigenza di un prodotto italiano, pronte poi a tradirla quando il fabbisogno supera la produzione nazionale (o i prezzi giustificano l'impiego di materie prime estere). E tutto questo senza che nessuno dica niente e nessun industriale finisca in galera.

Chiudiamo in bellezza. La Birra Moretti insiste ancora in TV con il suo 100% di malto italiano. Stessa storia. E' meglio il malto italiano di quello polacco? In Italia produttori d'orzo (che una volta germinato diventa malto) ce ne sono parecchi. Siamo sicuri che la qualità (e i prezzi) siano accettabili?
E chi ci garantisce che la Moretti non faccia la furba alla maniera della Granarolo e prenda due volte per il sedere i consumatori mescolando l'odioso malto straniero a quello nobile di provenienza italica?

Ma al consumatore gliene frega niente di bere malto italiano? 

Questa patetica autarchia sa tanto di montatura in un Paese che oggi avrebbe voglia (e un gran bisogno) di sputarsi in faccia.