Due considerazioni doverose sugli eventi della scorsa settimana.
Abbiamo visto all’opera, con i tragici risultati che tutti sanno, il classico “capo all’italiana”, il prodotto di una cultura egocentrica e feudale, un nano narcisista con un’immagine del suo ruolo gonfiata e deviata. Un’immagine che lo fa sentire in diritto di utilizzare un oggetto di proprietà del suo datore di lavoro (costo circa 400 milioni di Euro) e di mettere a rischio 4000 vite umane (un valore questo incalcolabile) per un ridicolo atto di omaggio, un “inchino”, a qualcuno come lui. Ma fra “uomini di panza” si fa cosi.
Il personaggio, che tanto ricorda un nostro ex-premier votato alla spavalderia, alla tracotanza e allo stravolgimento della verità, ha combinato un casino infinito, ha ucciso delle persone, ha bruciato centinaia di miliardi di valore delle azioni del suo datore di lavoro, ha ridotto a relitto una nave nuova e ne ha prontamente preso le distanze (letteralmente) “cadendo” per pura combinazione in una scialuppa. Che culo.
Del danno che il suo operato (e quello del Papy prima di lui) hanno fatto al nostro Paese parleremo in un’altra occasione. Intanto, l’Italia (quasi) tutta si è rivoltata contro questa figura miserabile di piccolo bulletto di provincia (come sembra abbiano anche fatto molti dei suoi ufficiali).
Dalla sua parte si è schierato il paesello natio (al quale negli anni il nano si è inchinato facendo favori, come nella migliore tradizione) e infatti sul Web è apparso lo striscione "Comandante non mollare" che i concittadini gli hanno piazzato davanti la casa. No, il comandante non è uno che molla, si è visto. Vedrete che tra qualche giorno diventerà quasi una questione "razziale", come quando O.J. Simpson ammazzò la moglie e la fece (temporaneamente) franca. E altrettanto prevedibilmente, tifa per lui la moglie. La signora Fabiola ha diffuso un comunicato in cui scrive: "Sentiamo il dovere di respingere con forza qualsiasi tentativo di delegittimazione della sua figura, invitando a comprendere la sua tragedia ed il suo dramma umano. Molti dei particolari pubblicati, relativi al comportamento del comandante Schettino, sono da verificare".
Mi viene spontaneo pensare che questa lucida prosa non sia tutta farina del sacco della Sig.ra Fabiola di Meta di Sorrento, o sarebbe in qualche modo legittimata la teoria di un tentato suicidio del marito comandante, pronto a colare a picco pur di non tornare a casa da una che parla così.
Intanto, il giudice per le indagini preliminari ha concesso al nano gli arresti domiciliari. Ma dai giudici, almeno quelli che non avevano parenti e amici a bordo della nave, ci possiamo aspettare di tutto.
Il comune di Meta avrebbe intanto offerto al valoroso skipper un posto da bagnino una volta scontata la pena detentiva (se mai ci sarà). Il ricciolo da guaglione brizzolato porterà di sicuro migliaia di signore attempate e irrequiete sulle spiagge della riviera sorrentina.
Ci scrive nel frattempo un comandante dell’Alitaglia, Guido Stopardico-Joni, e ci chiede se, in omaggio ai suoi parenti che vivono a Castelluccio di Norcia, può fare un inchino anche lui, un passaggio radente con il suo B747 (400 passeggeri ignari a bordo) sulla Piana di Castelluccio, con brusca riattaccata prima delle case del paesino.
C’è da dire a suo credito che, nel caso dovesse sbagliare la manovra, non ci sarebbe una scialuppa nella quale rifugiarsi.
Ho un amico che ha navigato per lungo tempo, praticamente da quando era ragazzo, sulle navi della Costa. Non ho mai dubitato della sua serietà. Dalle nostre parti, specie a Camogli, c'è una lunga tradizione marinara, che questa vicenda ha pesantemente infangato. Il mio amico è secondo ufficiale di macchina, attualmente lavora a Miami e non l'ho ancora sentito, ma già immagino il suo commento. Dispiace, come nel caso del nostro paese in generale, che per la demenza di pochi si passi per inetti tutti, nonostante la professionalità non manchi e venga cancellata in un istante da simili episodi.
RispondiEliminaLa speranza è che di uomini cosi' al comando non se ne veda più, ma so che è un'utopia grande quanto la nave stessa. Non mi stupirei nemmeno riguardo l'aereo: Mi è capitato di prendere un volo Air France Genova-Parigi sul quale gli steward se la sghignazzavano come in preda a una crisi isterica,facendomi venire il dubbio che avessero alzato il gomito prima della partenza!
Lei, caro Sig. Sburbiz Marca, è solo un passeggero. Stia al suo posto e allacci la cintura. La cultura prevalente nel mondo dei trasporti è che lei sia un bambino e che il comandante sia il papà che ce l'ha duro e tutto sa. Gli steward, gli ufficiali, il timoniere, sono tutti burattini nello spettacolo del comandante-padrone. Chiaramente esistono navi e aerei in cui il comandante è un professionista serio, ma lui non finisce sui giornali, lui non fa gli "inchini", lui opera in maniera tanto responsabile quanto anonima, perché alla fine dei giochi chi gli paga lo stipendio è il passeggero. Lo stesso passeggero che in qualche compartimento angusto della Costa Concordia è annegato con tanto di giubbotto salvagente e il cui ultimo pensiero prima di respirare acqua salata è stato "...ma non era un problema elettrico?"
RispondiEliminaAh beh , senz'altro era un problema elettrico, sono sicuro perché la voce all'altoparlante ha precisato di parlare a nome del comandante, che tutto vede e tutto sa! Azzz....
RispondiEliminaE guarda guarda, mentre il comandante della nave interrogato si contraddice più volte, spunta come prevedibile la questione "razziale". Adesso, nella mente di qualcuno, questa non è l'indagine su un folle irresponsabile che ha ucciso gente innocente, si tratta invece di un attacco all'etnia. Il cartello "Fiero d'essere metese, cazzo!" che gira nel paese campano la dice tristemente lunga.
RispondiEliminaSta diventando una brutta "abitudine",tanto cara all'ex presidente del consiglio, quella di rigirare le cose a proprio favore scaricando le responsabilità su altro o altri. E'come si diceva a proposito dei Suv, promossi a principali imputati invece di essere ciò che sono a tutti gli effetti:Mezzi condotti da irresponsabili che con essi causano incidenti.
RispondiEliminaDi questo passo sarà la nave la principale colpevole di tutta la vicenda, perché senz'altro il comandante da solo in canoa non avrebbe adesso sulla coscienza le vittime e i danni dell'accaduto!
Saranno pure fieri i metesi ma che riflettano sul loro concittadino, che tanto non lo dovrebbe essere!
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