Dopo 107 anni di onorata cittadinanza a Milwaukee, Harley Davidson sta seriamente considerando la possibilità di spostare la produzione altrove. Sono al vaglio diverse possibilità di ricollocarsi in vari stati USA ma c'è anche chi parla di lasciare gli Stati Uniti.
Le ragioni sono le stesse che assillano tutti i fabbricanti di moto e sono legate alla riduzione dei costi.
A detta dei suoi responsabili, l'andamento delle vendite di HD sarebbe fortemente stagionale e la produzione dovrebbe avere la flessibilità di ridurre e aumentare la forza lavoro di conseguenza. I sindacati invece non sembrano disposti a negoziare e la trattativa con le principali sigle presenti in fabbrica va avanti da oltre un mese senza particolari speranze di successo.
I posti di lavoro legati alla produzione sono circa 1.630 e, nel caso di uno spostamento della fabbrica, andrebbero gradualmente ad essere eliminati. A Milwaukee rimarrebbe solo la direzione generale della Harley. In assenza di soluzioni all'italiana (chi può dimenticare i 7 anni di ammortizzatori sociali per i licenziati Alitalia?), il giorno che la produzione chiuderà, gli operai HD e i loro sindacalisti se ne resteranno a casa. Punto.
E' naturale quindi domandarsi quanto sia realistica (e lungimirante) la posizione irremovibile dei sindacati, che sembrano decisi a difendere uno status quo ma incapaci di prevedere per quanto tempo questo possa reggere. Trovare un accordo sulla flessibilità e salvare 1.630 posti di lavoro o tenere duro e perderli tutti fra un anno?
C'è chi considera le voci legate allo spostamento come una pura mossa tattica per sbloccare i negoziati, chi invece ritiene che la sopravvivenza dell'azienda motociclistica sia legata a una maggiore competitività nel medio-lungo termine e quindi la decisione sia pressoché inevitabile.
Alcuni stati USA hanno presentato dei pacchetti di incentivi per portarsi in casa il celebre marchio, ma la soluzione vincente non è un regime fiscale favorevole per 5 o 10 anni o la disponibilità di finanziamenti agevolati. Alla lunga, il vantaggio competitivo è dato dalla flessibilità che solo un accordo con i sindacati (o l'assenza di sindacati dalla nuova fabbrica) può consentire.
Dopo il successo di vendite negli ultimi anni, la generazione che ha rappresentato il maggiore mercato per le Harley Davidson (i "baby boomers" del dopoguerra) sta invecchiando e la propensione all'acquisto di moto è inversamente proporzionale agli acciacchi dell'età. C'è quindi dietro l'angolo un possibile declino della domanda. La decisione di staccare la spina alla Buell, l'azienda del gruppo che produceva moto di ispirazione più sportiva, significa che Harley Davidson dispone ora di una gamma di prodotti destinati a un solo tipo di pubblico. Mossa pericolosa, ma forse necessaria per tagliare velocemente i costi.
Staremo quindi a vedere se HD lascerà veramente la sua patria Milwaukee e quali saranno i successivi sviluppi. Non bisogna dimenticare che la casa americana ha già una significativa presenza in India, uno dei maggiori mercati potenziali al mondo, e già da tempo si parlava di assemblare le Harley nel paese asiatico per evitare i gravosi dazi doganali sull'importazione dei prodotti finiti.
A Milwaukee un pensierino sull'India devono per forza averlo fatto…
Molto interessante questo post ...
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