Ho deciso di farla finita con la mia assicurazione.
Da otto anni la mia moto è assicurata con Linear e ogni anno mi ripropongo di cambiare, ma poi non trovo il tempo di fare un po' di ricerche online.
Chi si dedica alla caccia di preventivi su Internet troverà la solita giungla di formulari, da quelli minimalisti a quelli assurdi. Genertel vuole perfino sapere il mese in cui avete conseguito la patente, l'anno non gli basta! (Per ricordare che la mia patente risale all'Ottobre 1969 c'è voluta una seduta di ipnosi.) C'è chi pretende il tuo codice fiscale prima di farti un preventivo, c'è chi non ti chiede nemmeno il nome. Anche molto irritante (e piuttosto grave) è il fatto che alcune assicurazioni si siano uniformate alla Legge Bersani (la trasferibilità della classe di merito) e altre no.
Linear, con tutta la fuffa pubblicitaria sull'Automobilista Sapiens e le balle varie delle sue origini cooperative, ha un bel pelo sullo stomaco e non ritiene nemmeno opportuno adottare la legge dello stato. Quando ho avuto bisogno di assicurare due moto contemporaneamente, volevano farmi partire dalla Classe 14 per la seconda moto. "Ma la Legge Bersani?" ho chiesto alla scimmietta del call center. "A noi non risulta" mi ha risposto. Viva l'Italia equa e solidale!
Le assicurazioni online mi ricordano la pubblicità di quelle pillole magiche che dovrebbero farti dimagrire mangiando (10 kg in 40 giorni, giro vita ridotto del 10%, perdere una taglia in un mese, soddisfatti o rimborsati). Tante parole vuote ma i fatti sono ben altra cosa. Leggete bene le avvertenze: i risparmi che le assicurazioni promettono sono fuorvianti come i cali di peso miracolosi di chi crede di poter dimagrire mangiando.
Appena la pubblicità (del dentifricio, del pannolone, dell'assicurazione) parla di percentuali, state in guardia: c'è la mistificazione in agguato, la circonvenzione di utente a suon di numeri. Domandatevi sempre: "denti più bianchi del 37,5% rispetto a che?", "assorbe il doppio di cosa?", "risparmi fino al 50% partendo da dove?"
Genertel, in promozione speciale veicolata da Moto.it, viene a costare praticamente il doppio di una normale polizza Dialogo senza convenzioni di alcun genere. Contro queste pubblicità ingannevoli e scorrette è l'utente che deve farsi furbo.
L'Isvap (istituto di vigilanza sulle assicurazioni private) è la classica tigre di carta, un organismo burocratico (undici servizi, articolati in diciassette sezioni e otto uffici) votato alla conservazione di se stesso dove l'utente è l'ultima delle preoccupazioni. Andate sul sito Isvap, leggetevi i profili del consiglio direttivo e ditemi se come consumatori vi sentite tutelati.
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