La mia moto si sta riprendendo dalle fatiche dell'Istanbul Raid e, a guardare bene, porta ancora i segni del bombardamento di insetti balcanici subito nel viaggio.
Ma la strada chiama: ci sarebbe giusto giusto da fare un bel giro d'Italia in senso antiorario.
La prima parte prevede di saltare il mare come si attraversa un laghetto camminando sulle pietre. Da Savona a Bastia con le ottime navi della Corsica Ferries, da Bonifacio a Santa Teresa di Gallura con i traghetti locali, piccoli ma carissimi, e infine da Cagliari a Palermo con le pessime navi della Tirrenia. Ma non esiste alternativa. C'è una sola nave a settimana su quella tratta e appartiene alla Tirrenia.
Tra un traghetto e l'altro, ci sarebbe da gustarsi la strada che da Bastia scavalca la dorsale corsa e porta alla costa occidentale dell'isola. In Sardegna, la cosa migliore è raggiungere Alghero, scendere da Bosa a Oristano e lavorare di gomme nel tratto stupendo della SS126 da Guspini a Iglesias.
Sbarcati in Sicilia, le cose si complicano e le opportunità si moltiplicano. I tratti belli nell'isola superano di gran lunga quelli brutti. In più, in Sicilia ci sono buoni amici e mia figlia di anni 21 sta facendo l'Erasmus a Palermo.
Quante belle cose, quanto poco tempo.
E questa è solo la prima metà del giro. Il programma completo prevede anche di passare per la Calabria Ionica e approdare in terra di Puglia. Altri bei posti, altri buoni amici.
Il tutto deve chiudersi prima che le fabbriche (quelle ancora in piedi) aprano i cancelli e diano inizio alla temuta alta stagione.
Potremmo partire fra 15 giorni, se tutto va bene. Ma solo a parlarne sento il vento in faccia e vedo l'asfalto scorrere sotto la moto.
Colori, sapori, odori e rumori di viaggio mi invadono la testa e non mi riesce di lavorare.
Stop. Eject.
Ne riparliamo più avanti.
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