Il Violinista sul Tetto è un'allegra commedia musicale del 1971.
Da noi, il progetto di riproporla in chiave più moderna si sta scontrando con una serie di polemiche del tutto inaspettate.
Da parte loro, le altre sigle sindacali spingono per avere anche loro qualche metro quadrato di tetto a disposizione, possibilmente non sui cornicioni. Perché, nonostante il simbolismo del tetto sia molto forte, nessuno ha veramente intenzione di buttarsi di sotto.
Intervengono i sindacati del settore chimico, dei trasporti, dell’edilizia. La commedia musicale deve chiamarsi in maniera più generica: L’Operaio sul Tetto. Ma qui insorgono tutte le sigle che rappresentano i colletti bianchi: “basta con l’identificazione delle tute blu con i lavoratori! Siamo lavoratori anche noi e ci spetta un pezzo di tetto.”
Violenta è stata la reazione delle associazioni di categoria del mondo dello spettacolo, già da mesi in agitazione per i tagli ai finanziamenti erogati dal governo (da 500 milioni di Euro a circa 400 milioni). “Giù le mani dal nostro tetto!” hanno gridato.”Sono 38 anni che sul tetto c’è il violinista e da lì non si muove. Come si fa a fare spettacolo in Italia senza i contributi dello stato?”
Sicuramente, la soluzione del dilemma si vede meglio dall’alto del tetto.
I litiganti sono stranamente concordi su una sola cosa: la formula dello spettacolo originale era commedia e commedia resta.
Sul tetto c'era anche una gatta? Visto che scotta! Ehm... Pessima battuta.
RispondiEliminaOggi per apparire e farsi ascoltare bisogna fare scena. Non sarebbe neanche male se poi l'esibizionista avesse qualcosa di serio da dire o proporre. L'importante è lamentarsi e dare la colpa a qualcuno. Right?
Gatta a parte ;-))) la vedo come te.
RispondiEliminaE' un gioco delle parti e uno stanco teatrino. Il posto di lavoro lo si tutela quando lo si ha ancora. Incatenarsi sul tetto o bloccare la ferrovia ti porta sul TG3 ma non ti porta altro.