Chi ha letto "Stato di Paura" del compianto Michael Crichton ricorderà la trama (anche piuttosto controversa) del libro, in cui alcuni speculatori fomentano i timori della popolazione nei confronti di presunte catastrofi climatiche.
Ma senza voler credere a grandi cospirazioni, il "bisogno di emergenze" fa parte della nostra società ed è il fondamento del giornalismo moderno. La notizia fa notizia solo se spaventa, orripila e preoccupa.
Prendete questa moda dei "controtest" sui caschi.
Notizie a piena pagina sulle riviste e sui sitarelli Web marchettari come Moto.it per il raid della finanza che ha sequestrato caschi "tarocchi". Poi ti arriva Altroconsumo che con grande tempismo boccia 4 caschi su 15.
Toh, guarda caso tutti italiani.
I produttori italiani ci rifilano caschi pericolosi? Forse.
C'è un'emergenza caschi? Certamente no.
Un casco di qualità (a mio avviso sempre in fibra e mai in ABS) prodotto da marche di livello internazionale è sicuro e vale i soldi in più che costa.
Ma perché Altroconsumo non si occupa anche di guardrail assassini?
Mi risulta che non ne parli da 6 anni. Forse perché il mulino a vento da combattere è troppo grosso?
Ma la paura è un business. Vende giornali (anche quello di Altroconsumo), crea enti inutili e i relativi posti di lavoro, legittima prove di laboratorio alternative ma soprattutto focalizza l'attenzione del grande pubblico su problemi che (se veramente esistono) non sono così seri come vengono dipinti.
Aggiungo che, a distanza di pochi giorni dalla sparata di Altroconsumo, i responsabili delle ditte interessate hanno reagito energicamente denunciando la leggerezza con cui la rivista ha fatto le sue affermazioni scandalistiche e riconfermando la validita' delle omologazioni dei caschi e dei relativi test. Trama scontata, non c'e' dubbio. Non c'era da aspettarsi altro.
RispondiEliminaContinuo pero' ad avere le mie profonde riserve sulla posizione della rivista e non dubito che, andando avanti, emergano altri dettagli illuminanti.