La nostra giovane Sam ha subito un piccolo intervento chirurgico e ancora per qualche giorno zoppicherà un poco.
Ma la sua infinita energia e la curiosità irrefrenabile dei suoi otto mesi non la fanno stare ferma un attimo. Abbiamo serie difficoltà a farla “riguardare”, come ha suggerito utopisticamente il veterinario.
Sam si lancia, corre, salta, tira il guinzaglio, insegue gli insetti e si arrampica sui mobili come se il dolore non ci fosse.
Ma la cosa che più mi colpisce è la sua espressione vivace e intelligente, che soltanto l’anestesia è riuscita ad appannare per qualche ora. Nei suoi occhi non c’è autocommiserazione e manca del tutto l’intenzione di suscitare pena per la sua temporanea infermità.
Il cane è programmato per andare dove deve andare e fare quello che deve fare. Se una zampa gli fa male, andrà più piano.
Ho visto cani vivere normalmente con una zampa in meno o sopravvivere stoicamente con solo due zampe operative o altre gravi menomazioni.
Soffrivano? Certo che soffrivano, ma l’occhio limpido e l’espressione determinata sembravano voler dire: “D’accordo, non sarò al 100% ma me la cavo ancora da me.”
Che esempio di dignità.
Il cane non si piange addosso, non diventa egoista e insopportabile quando soffre. E non vanta diritti o richiede trattamenti speciali.
Ti guarda con gratitudine se gli dai una mano, scodinzola e si agita tutto se gli regali un biscottino fuori programma, ma il problema (se ha un problema) rimane il suo e se lo gestisce da sé.
Avrei una storia triste da raccontare a riguardo, ma ruberei troppo spazio. Una volta in più dovremmo imparare dagli animali...
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