martedì 29 novembre 2011

Che gente


Anche un motociclista convinto non disdegna il trasporto pubblico, specialmente se le condizioni meteo sono piuttosto invernali.

Eccomi quindi alle 7 del mattino che attraverso Milano in metropolitana, in una carrozza piena di gente strana. Mentre con la coda dell’occhio studio i miei compagni di viaggio, mi chiedo che cosa vedano nello specchio la mattina quando stanno per uscire di casa e in base a quali criteri si considerino presentabili…

Alla mia sinistra siede un tipo sulla quarantina che indossa uno di quei berretti di lana lapponi con il pon-pon in cima e due lunghi paraorecchie che finiscono in un cordino e un pon-pon. Porta un paio di occhiali spessi e un mezzo sorriso stampato in viso con i denti superiori sporgenti. Forse ascolta la musica con le cuffiette nascoste dal berretto, o forse non gli serve nemmeno l’MP3: tanto la musica ce l’ha in testa. Sembra un buon diavolo, ma non ha l’aria del candidato al premio Nobel.

Di fronte c’è una tizia bassa dai folti capelli neri e con un baschetto alla francese calcato in testa che le azzera interamente la fronte conferendole un’espressione abbastanza ebete. Porta un paio di occhialoni da vista tondi appoggiati su un naso stretto e piatto che all’improvviso finisce in un bulbo proiettato in fuori.
Labbra sottili, quasi inesistenti e sotto un mento prominente che fa concorrenza al naso. Ora tira fuori un tubetto di lip gloss, estrae il pennellino e, nonostante gli scuotimenti del treno, riesce a centrare le labbra senza dipingersi naso e mento. Potenza della pratica. Ora ha finito di truccarsi. Io non vedo la differenza, ma lei sì ed è questo che conta.

In piedi nel mezzo della carrozza c’è uno che indossa un piumino antartico troppo grande di almeno una misura per il suo fisico esile. La giacca ha incorporato un cappuccio imbottito con visiera che lui tiene calata sugli occhi. Il collo è alto e lui lo tiene ben serrato sopra il mento con il cordino elastico. Nel vagone ci sono almeno 20 gradi, ma lì dentro lui ne avrà almeno il doppio. Dalla giacca polare spuntano due gambe di pantaloni di completo e in fondo ai pantaloni spiccano due scarpe color zucca dalla punta quadrata.
Tra i piedi c’è una borsa da computer nera. Sarà uno smanettone freddoloso?

Mentre studio la gente bizzarra che mi circonda mi rendo conto di essere arrivato alla mia fermata. Mentre scendo mi abbottono il cappottone beduino di lana grezza e mi calco in testa il colbacco in pelo dell’armata rossa. Sul pavimento in gomma della stazione, i miei stivali Western fanno un tic-toc quasi impercettibile.

giovedì 10 novembre 2011

Giancarlo

Giancarlo ha una BMW 320 che gliela passa la ditta. E’ un turbodiesel e va come un castigo di dio. E’ chiaro che la devi tenere sempre in coppia e allora ti togli delle gran soddisfazioni in autostrada.

Giancarlo ha uno smartphone Apple che glielo passa la ditta e che fa tutto tranne il caffè: macchina fotografica, MP3, una serie di App da sballo. Ha pure il Bluetooth con tanto di auricolare che fa tanto figo ma Giancarlo non ha balle di tenerlo carico e ormai da qualche mese non lo usa più.

Giancarlo ha il piede pesante con quella BMW. Se ha cento metri di strada libera va giù a manetta, poco importa che poi c’è lo stop. A volte brucia di prepotenza gli stop o gli ingressi  nelle rotatorie e chi ha più prudenza l’adoperi. Di solito si fermano gli altri e gli suonano, ma a lui gliene frega niente. Suona, suona  ­­– dice­­ – intanto sono passato io. 

Solo con i TIR ha un occhio di riguardo perché una volta quando aveva la Croma ha bruciato uno stop e uno Scania l’ha preso in pieno e gli ha fatto fare tre giri su se stesso, che la macchina l’hanno portata direttamente al demolitore. Tanto era una carretta.

Giancarlo viaggia nella nebbia come un TGV perché lui comunque ci vede benissimo. Gli amici dicono che ci ha il radar e il visore a infrarossi perché anche con la nebbia la sua media non cala di un chilometro.

Oggi Giancarlo ha ammazzato un ciclista a Cisliano. C’era il solito nebbione padano e quel pirla di uno sfigato pedalava verso casa alle 17:30 con quella luce stupida che vedi poco e i fari non ti servono a niente. Giancarlo stava rispondendo al telefono e non guardava la strada. Ha sentito un botto, si è fermato con il muso sfasciato e il faro destro che fumava nella nebbia e nel fosso c’era il morto con la bici sopra. Che palle, è arrivato a casa alle 21:00.

Giancarlo ha perso qualche punto sulla patente e la ditta ci metterà una settimana per fargli avere una BMW nuova. Oggi girare in macchina è diventato una gran rottura di balle.

mercoledì 9 novembre 2011

Salone di Milano 2011

E come ogni anno, arriva l'appuntamento con il Salone della Moto, l'EICMA di Milano. Non c'è modo migliore di riempirsi le scarpe di piedi, le orecchie di rumore e le narici di polvere, ma che volete: la passione è passione.
E ce ne vuole tanta per sopportare il cretino che spinge, che non guarda dove va e che ti si para davanti mentre scatti una foto perché, ai suoi occhi, quel giorno al Salone c'è solo lui. Peccato che invece ce ne sono diecimila come lui.

Ma parliamo del Salone. Qualche novità si è vista, nonostante la crisi che attanaglia il settore e il Paese intero. La BMW ci riprova con gli scooter (a va a insidiare il segmento di T-Max e Burgman), la Triumph tira fuori una Tiger Explorer da 1200cc a insidiare la BMW GS e anche il Crosstourer 1200 di Honda punta proprio a sottrarre mercato all'endurona pigliatutto di Monaco. Suzuki presenta la nuova GSX-R 1000 e Kawasaki introduce la Versys 1000. Ducati appollaia un paio di belle ragazze sulla 1199 Panigale e allo stand Honda si può toccare con mano un crossover tra scooter e moto, l'Integra 700, che nel cupolino ricorda la nuova VFR 1200.

Insomma, qualche novità c'è stata. Ci sarà anche chi se le compra?
Il sistema Italia scricchiola e abbiamo finito di fare battute sulla Grecia. Anche per il settore motociclistico il 2012 sarà un anno difficile. Ma adesso è il momento di guardare le moto e far finta di potersele permettere.

Il reportage fotografico sul Salone 2011 compare a destra sul "sidebar".