martedì 31 marzo 2009

Questione di civiltà

Se la misura della civiltà di un paese è data dallo stato dei gabinetti pubblici e dalla segnaletica, cari amici in Italia siamo messi male.
Se avete il coraggio, entrate al WC di un aeroporto per verificarne lo stato di degrado.

Ma dove sono i gabinetti? Già, non si vede nessun cartello.
No problem, seguite la puzza.

Piastrelle rotte, asse divelto, niente carta, la chiusura della porta è difettosa.
Il poverino che deve sedersi fa bene a tenere una gamba tesa a bloccare la porta altrimenti può entrare qualcuno distratto che gli si siede sopra e si libera.

Poi andate in un aeroporto del terzo mondo e trovate bagni in condizioni migliori. Viene proprio da pensare.


E la segnaletica? L'Italia deve essere il primo paese al mondo per le vendite di GPS, perché girare senza non si può.

Chi segue i cartelli é perduto. Chi chiede informazioni per strada è perduto (la gente ormai sa solo dove abita, dove lavora e dov' è la pizza al taglio).

Oggi mi sono avventurato in moto nel comune di Castellanza, una di quelle cittadine attorno a Milano che se le vedi dall'alto dici: ma quella è ancora Milano.

Dalla Madunina a Castellanza non ci saranno nemmeno venti metri di campagna, però cambi comune almeno sei volte, anche se resti nella stessa città. E io da mezz'ora cerco una strada e non la trovo.
Ti vedo un vigile urbano su una BMW F650, mi affianco e gli chiedo informazioni. Neanche lui sa dov'é questa strada.
Ho il casco integrale ma lui evidentemente ha capito lo stesso che sto ridendo.
Si giustifica allora: "Sa, io sono di Olgiate Olona", che è un'altra parte di pseudo-Milano a cento metri da Castellanza, il tutto prima di arrivare a Chiasso, dove allora finisce veramente Milano perché sei in Svizzera.

Nel frattempo, cartelli su cartelli su cartelli. I pali si piegano sotto il peso dei cartelli. "Agriturismo La Raffineria", "Cucina Emiliana da Ahmed", "Concessionaria Yamazuki," "Centro Estetico Rosi Bindi", "Centro Revisioni T.A. Rocchi".

Poi, il miracolo! Leggo l'ennesimo cartello: "Brauerei Marocchina Alexanderplatz –200 m a sinistra" e sotto c'é scritta la via che sto cercando. Grazie al cartello commerciale ce l'ho fatta.
Giro a sinistra, ma la targa con il nome della via naturalmente sui palazzi non c'é, o forse è coperta da altri cartelli.

In Italia la segnaletica che non manca mai è quella assurda dei nomi in dialetto. Ma chi se ne frega che gli abitanti di Buguggiate la chiamano Bügügià. E chi se ne strafrega che Rho è Comune per la Pace.

Eh sì, perché tu metti su un cartello e hai fatto la tua parte per la pace nel mondo. Comodo, no?

lunedì 30 marzo 2009

Conto alla rovescia per Istanbul


Mancano 45 giorni alla partenza per l'Istanbul Raid e il team è pronto e carico di entusiasmo.

Flavio, con la Kawasaki 1400 GTR ha già montato le Pirelli Angel con le quali farà il viaggio.

Luciano sta aspettando a farlo: la sua Yamaha FJR1300 ha ancora gomme discrete e c'è tempo per consumarle ancora un po'.

Anche Alfred ha una FJR1300. La sua è praticamente nuova e credo non abbia particolari operazioni da compiere, salvo sostituire la targa americana con una svizzera, visto che ora abita nella Confederazione.

Io con la mia FJR 1300 del 2005 ho la moto più "vecchia"! La bestia è in gran forma e ha da pochi giorni una vista d'aquila: un paio di lampade allo xeno che saranno di certo un grande aiuto se ci troveremo a viaggiare di notte.

L'albergo di Istanbul è già prenotato; per il viaggio di andata abbiamo già fissato il pernottamento a Zagabria e a Sofia. Sulla via del ritorno, ci fermeremo forse a Salonicco, ma per ora la località definitiva è "open".

Ancora qualche settimana e partiranno i miei controlli tecnici per la partenza. Poco prima del via monterò gomme nuove, le Continental ContiMotion che si presentano come una valida scelta per un viaggio di media lunghezza.

E come sempre avviene, il piacere di un'esperienza come quella in programma comincia già mesi prima di salire in sella e di avviare il motore.

domenica 29 marzo 2009

La paura è un business

Chi ha letto "Stato di Paura" del compianto Michael Crichton ricorderà la trama (anche piuttosto controversa) del libro, in cui alcuni speculatori fomentano i timori della popolazione nei confronti di presunte catastrofi climatiche.

Ma senza voler credere a grandi cospirazioni, il "bisogno di emergenze" fa parte della nostra società ed è il fondamento del giornalismo moderno. La notizia fa notizia solo se spaventa, orripila e preoccupa.

Prendete questa moda dei "controtest" sui caschi. 

Notizie a piena pagina sulle riviste e sui sitarelli Web marchettari come Moto.it per il raid della finanza che ha sequestrato caschi "tarocchi".  Poi ti arriva Altroconsumo che con grande tempismo boccia 4 caschi su 15. 

Toh, guarda caso tutti italiani.



I produttori italiani ci rifilano caschi pericolosi? Forse.
C'è un'emergenza caschi? Certamente no.

Un casco di qualità (a mio avviso sempre in fibra e mai in ABS) prodotto da marche di livello internazionale è sicuro e vale i soldi in più che costa.

Ma perché Altroconsumo non si occupa anche di guardrail assassini?

Mi risulta che non ne parli da 6 anni. Forse perché il mulino a vento da combattere è troppo grosso?

Ma la paura è un business. Vende giornali (anche quello di Altroconsumo), crea enti inutili e i relativi posti di lavoro, legittima prove di laboratorio alternative ma soprattutto focalizza l'attenzione del grande pubblico su problemi che (se veramente esistono) non sono così seri come vengono dipinti.

sabato 28 marzo 2009

Qualcuno me lo spiega, please?

Quel tizio di mezza età che vedo tutte le mattine nello specchio del bagno mi ha consigliato di rivolgermi a uno psicanalista.

I motivi sono due: primo, non è il suo mestiere dare consigli di ordine psicologico. Secondo: ne ha le palle piene dei miei interrogativi.

Forse ce n'è anche un terzo: gli faccio le domande mentre mi lavo i denti, poi esco senza neanche aspettare le risposte. Mah, non ha neanche tutti i torti il vecio pelato che vive nel mio bagno.

Questa sono le domande che mi pongo da anni, ma senza mai trovare risposte esaurienti.

OK, cominciamo.


  • Perché andare all'IKEA mi entusiasma come un esame proctologico fatto dal Prof. King Kong?

  • Perché la pubblicità TV in Italia è banale, scontata e degna di un paese del terzo mondo?

    (Intendiamoci, anche all'estero hanno la loro fetta di cagate del tipo "mi prendo il suo Dash", ma molto spesso ci sono delle pubblicità veramente intelligenti. Ma siamo veramente un paese di buzzurri trogloditi?)

  • Perché il coglione sulla vecchia moto da strada infilata a mo' di supposta nella tuta in pelle multicolore ti svernicia con una mano sul fianco a tre micron di distanza, poi si rimette a guidare normalmente e rallenta?

    Ma la madre si faceva le siringhe col Vicks quando era incinta? Ma non era meglio se paparino si metteva il gommino quella sera?(Scusi, Ratzinger, non lo dico più!)




venerdì 27 marzo 2009

A sirene spiegate


Dopo la brillante operazione chiamata "Non ci casco", in cui la guardia di finanza di Genova ha sequestrato 7000 caschi omologati in maniera fraudolenta, le fiamme gialle di Baranzate hanno lanciato l'operazione "Non ci cago", che ha portato alla confisca di 10.000 tazze del cesso irregolari prodotte da più aziende italiane. Come è stato dimostrato in una conferenza stampa dal brigadiere Italo Pappalardo (peso kg 130), i WC tendono a sbriciolarsi sottoposti a forte pressione, con rischio di gravi ferite per il malcapitato utente.

Ora mi sento più tranquillo: teste e culi italici sono salvi.

Adesso ci vorrebbe solo che la GdF la smettesse di correre di qua e di là a sirene spiegate con le sue Punto sgangherate che cadono a pezzi e gli occupanti che agitano le palette fuori dai finestrini come se volessero decollare. Anche quelle acrobazie sulla strada sono pericolose.

Scommetto che quando arriva il momento della revisione per quelle carrette, manco gliela fanno.

"Appundato, gi pensa lei alla revisione della Pundo?"

"No, brigadié, ha detto che gi pensava l'agiente Scognamiglio.."

"Ma Scognamiglio è in penzione da due anni!"

"Ah, vabbuono. Ma lei ce l'ha il telefono di questa penzione che così lo chiamo?"

Le angosce del rider


Caro Blog 

(..ma come si fa a chiamare un figlio Blog, non bastavano già quei nomi da fotoromanzo come Kevin e Heather?)

Vabbé, ricominciamo da capo.

Caro Blog, questa mattina mi sono svegliato pieno di angosciosi interrogativi sul nostro mondo di "rider".
Vedi tu se riesci a darmi risposta.

(No, non ti sto chiedendo perché tanti BMWisti girano con una borsa sola, quello non lo sai nemmeno tu..)

  • Perché quelli della GoldWing attaccano le bandierine alla moto? Ma loro vanno in giro o in crociera?
  • Perché quelli delle moto sportive hanno la ragazza che è alta 130 cm e pesa 38 kg? Se ingrassa, danno via lei o la moto?
  • Perché quello con la Harley quando lo fissi al semaforo fa la faccia da malvivente anche se in realtà fa il ginecologo?
  • C'è una data in cui quelli con le copertine del Tucano le smontano dallo scooter? E che giorno è, Ferragosto?

..e questa è la più angosciante e ci sto perdendo ore di sonno per provare a spiegarmela:

  • Perché quelli delle Sport-Tourer quando li leggi sui forum si spacciano da gente matura, ligia e rispettosa ma appena salgono in moto vanno come castighi di dio, come se avessero uno scorpione nel casco?

Grazie per quanto potrai fare per gettare luce su questi punti oscuri. Se no, mi restano sempre gli psicofarmaci.

giovedì 26 marzo 2009

Blog Euro 3 come nuovo, mai fuoristrada

Mi ha chiesto un amico: ma che effetto fa avere un blog?

Non lo so, gli ho detto. Che effetto fa avere una moto? Ce l'hai, la usi con piacere. Ogni tanto vai a dargli un'occhiata in box ma é tutto lì.

Insomma, sei contento che ci sia, ma puoi vivere anche senza.

Anzi, pensandoci bene, nel primo mezzo secolo della mia vita ne ho fatto tranquillamente a meno. Del blog, voglio dire.

Negli Anni 50 ci si accontentava perfino di avere un solo canale della tivvu'.

Negli Anni 60, si facevano le Fiat 600 in catena di montaggio o la Dolce Vita in Via Veneto e per il blog non c'era tempo.
Io poi ero al liceo in una classe mista, figurati se mi veniva in mente di avere un blog. Però avevo nella cartella il suo antenato, il diario.

Gli Anni 70 erano il periodo in cui un blog ci sarebbe stato bene, c'era stato il 68, si cantavano le canzoni di Hair, era esplosa la rivoluzione sessuale.
Io mi vedo con un blog psichedelico multimediale, con musica underground, dove poi si finiva a scopare.

Gli Anni 80 sarebbero stati un momentaccio per avere un blog. Ho cominciato a viaggiare in lungo e largo per lavoro, sono nati i miei due figli, mi sono trasferito a vivere in Inghilterra.
Insomma, se avessi avuto un blog, l'avrei probabilmente perso nel trasloco o lasciato in qualche aereo.

Gli Anni 90 potevano essere il momento adatto, anche tecnologicamente parlando. Magari meglio la seconda metà. Ma avrei finito per dovermi scrivere da solo il codice HTML e io alla tastiera sono un disastro.

Pensandoci bene, il Terzo Millennio è proprio il periodo giusto per i blog. Con la tecnologia che c' é li puoi scrivere anche in tram.

Rimane tuttavia un mezzo di comunicazione che non tutti conoscono. Una vicina di casa, terzo piano scala C, mi ha chiesto: ma è vero che lei ha un blog?

Sì, le ho detto, gira su Blogger. La tipa mi ha guardato sconcertata e mi ha chiesto: ma lei ci si ritrova a usare le marce?

domenica 22 marzo 2009

Collega cane

Oggi ho passato 10 ore al computer per finire un lavoro. Ma a mezzogiorno ho fatto una pausa e ho portato i cani a correre in un prato.

Sole splendente e aria tiepida, una giornata eccezionale. Avrei preferito essere in moto, ma nella vita non puoi sempre fare quello che ti piace di più…

Guardandoli correre felici mi sono detto: un cane e un motociclista hanno parecchie cose in comune.

L’aria che ti investe, il gusto della velocità, la sensazione di libertà e il piacere di “dargli manetta”.

Bé, credo di aver capito perché i cani mi sembravano felici. La prossima volta tocca a me.

giovedì 19 marzo 2009

Alberghi o stamberghe?

Il noto sito TripAdvisor, che raccoglie ed elabora i commenti di viaggiatori di tutto il mondo su alberghi e destinazioni, ha stilato la sua classifica 2009 degli alberghi più sporchi del mondo.

Questa (S)hit Parade si basa sui voti attribuiti dagli ospiti agli hotel in cui hanno soggiornato. Ogni nazione o area geografica ha i suoi dieci alberghi più scadenti e anche l'Italia non fa eccezione.

9 su 10 di questi alberghi sono situati in città grandi o medie (Milano, Roma, Firenze, Siena), mentre uno solo si trova in una località turistica della Calabria.

Vi é mai successo di soggiornare in un albergo veramente fetido?


Nel 2007, durante un Tour dei Pirenei in moto ho soggiornato in un albergo spagnolo che si presentava in maniera eccezionale. L'hotel Hosteleria de Leyre sorge presso Yesa, all'ombra della Sierra de Leyre vicino a Pamplona, ed é un'ala di un vecchio convento convertita in albergo.
La struttura ha solo due stelle perché le camere sono piccole e dotate solo dei servizi essenziali, tra cui un bagno abbastanza minuscolo, ma per 37 Euro la notte che cosa volete pretendere? La veduta e la posizione in compenso sono straordinarie. Anche il ristorante, con un menu più che civile per 17 Euro, non era niente male.

Peccato che mi sono svegliato una notte con qualcosa che mi camminava sul petto. Una zecca!

Ho passato il resto della notte con la torcia elettrica e un coltello in mano per scoprire dove si annidavano e tagliarle tutte a metà. Solo così avrei potuto di nuovo riaddormentarmi tranquillo.

Ma non ha comunque funzionato.

lunedì 16 marzo 2009

New entry in SBK

Il sogno di una partecipazione pan-araba alla SBK si sta avverando.

In una località segreta del Medio Oriente, l'obiettivo indiscreto del nostro fotografo ha colto le prove di qualificazione della squadra.

I potenziali piloti di Superbike che comporranno la prestigiosa compagine sono affluiti da ogni angolo del mondo arabo, pronti a lottare per qualificarsi.

Si mormora già che la Camel si sia offerta come sponsor principale del team, mentre anche la Libya National Oil è pronta a investire "somme ingenti".

Sotto l'occhio vigile del munifico sceicco Thumi Faisol Askiif della casa reale di Riyadh, che fornisce appoggio finanziario illimitato al team, l'addestramento in pista inizierà nell'inverno 2009 per concludersi (visti i risultati) circa dieci anni dopo.


Da Tel Aviv ci giunge intanto notizia che Max Biaggi sia stato contattato per fare da coach alla solida squadra israeliana, già ribattezzata "il muro del pianto".

sabato 14 marzo 2009

Tre amici e una moto


Tre amici attorno a una moto da sistemare.

Questi per me sono i momenti più sereni del tempo libero.


Siamo ormai un team ben collaudato che gioca volentieri insieme e ci bastano due parole per capirci al volo.

C’è uno che smonta, uno che rovista tra i pezzi e uno che tiene la lampadina per illuminare quegli angoli impensabili dove un benedetto progettista giapponese ha deciso di piazzare una vite.

E intanto si scherza, ci si prende in giro a vicenda e si passa qualche ora in allegria.

Questa volta, c’era una gomma da sostituire e lo sterzo da registrare. Che si tratti di una Yamaha o di una Ducati, sono cose che ti cambiano la guida di una moto da così a così.

Lavoro finito, si rimonta tutto e si prova la moto. Adesso è veramente a posto.

No grazie. Non è un momento da Amaro Montenegro.

Per noi va benissimo una birra, anzi meglio se due.

venerdì 13 marzo 2009

KTM "Streetfighter". Powered by me...


Oggi ho fatto il Pony Express per me stesso.

C’erano da recapitare dei documenti urgenti al centro di Milano e, complice la bella giornata, ho deciso di prendere la bici. Alla fine, mi sono detto, il tragitto è meno di un’ora.
Dopo un uragano di tombini, buche, marciapiedi da saltare, macchine, pedoni e motorini da scansare, il bilancio è positivo.
Fare il “pony” in bicicletta è adrenalinico, ma forse un po’ pericoloso.

Mi è venuto in mente un pensiero del tutto ovvio: nella “catena alimentare” del traffico, il ciclista sta appena al di sopra del pedone, ma è l’anello della catena più basso a dividere la strada con auto e moto.

Tutti noi che pilotiamo moto di una certa mole abbiamo ben chiare le tecniche creative degli scooteristi, che nel traffico sfruttano la loro maggiore agilità.
Li vediamo spesso fare manovre che rasentano il penale con l’aria più strafottente del mondo.

Ma quando è una bicicletta a comportarsi da”hooligan” nel traffico, lo scooterista non ci sta!

L’avevate mai notato? Se gli tagli la strada o schizzi in un incrocio col giallo (giallo scuro) davanti a uno spùter, l’individuo dietro la copertina del Tucano si indigna, scuote la testa e si mette a suonare.
Quando sono loro a subire i numeri da stordito, li gradiscono poco!

Heh heh heh, chi di scooter ferisce, di MTB perisce…

Il che, se ci pensate, conferma che tutti noi applichiamo i canoni etici selettivamente, a seconda del ruolo che ricopriamo in quel momento.
Da pedoni, pretendiamo giustamente la precedenza.
Appena saliamo in macchina però, tagliamo le gambe al primo pedone che incontriamo.

È solo un aspetto della natura umana che si manifesta dovunque nel mondo, anche se in Italia è un tratto piuttosto ipertrofico.

Le leggi sono fatte perché gli altri le rispettino. Epperbacco!

mercoledì 11 marzo 2009

Compro casa

In questi giorni sto comprando casa e mi ritrovo oggi per le mani l'assegno circolare da versare al momento del compromesso. La cifra equivale a 5 moto nuove del calibro di una FJR1300 o di una GTR1400 (oppure 4 BMW K1300GT).

Devo confessare che, a parte le transazioni di lavoro, ho raramente gestito somme di questa entità e mi sorprende il fatto che l'emozione che provo sia vicina a zero.



Provo ora a immaginare di essere dal concessionario con un quinto di questa cifra che mi brucia in tasca e il contrassegno dell'assicurazione in mano, mentre aspetto che la mia nuova moto sia pronta. Allora sì che il cuore batte e le mani sudano.

Strana cosa. Eppure avere un tetto sulla testa è un bisogno essenziale, altro che la moto. 
Non solo, ma la cifra complessiva dell'acquisto di una casa è il bilancio annuale di un piccolo paese del terzo mondo.

Sono perplesso. Farò un salto in garage a ringraziare la mia moto per regalarmi sempre delle grandi emozioni in cambio di poca spesa...


lunedì 9 marzo 2009

E lei aspetta...

"E lei aspetta (Ode alla primavera)". E' il titolo semiserio di un divertente video realizzato da Chris, un motociclista americano che guida una FJR 1300. "Lei" si riferisce alla sua moto, che e' rimasta chiusa in garage durante tutto l'inverno. Siamo nel Michigan, uno stato del Nord che confina con il Canada, dove gli inverni non scherzano.

Quest'anno pero' anche il nostro inverno non e' stato da meno e il significato del video di Chris coglie nel segno. E' ora di uscire e far girare le gomme!

Se il video di Chris vi è piaciuto, l'amico motociclista ne ha realizzati diversi e li trovate qui.

sabato 7 marzo 2009

Gente fatta così

I soliti motociclisti...

Mi ha scritto una mail il mio amico “Big Frank”, di Sanford, North Carolina (USA).

Se anche quest’anno vieni in vacanza negli Stati Uniti, fammi sapere il periodo.

Se vuoi, puoi contare su una delle mie moto. Scegli tu: una Fazer 1000, una FJR1300 o una Buell Ulysses. Spero di poter fare qualche bel giro in compagnia tua e di tua moglie. Ciao.

Frank S.

Frank è un cristone di almeno 120 kg che ha superato i 50, ma in sella a una moto è agile come una scimmietta. Nella foto è quello pelato (voglio dire, quello pelato a destra). Conosce tutte le strade ma non conosce paura. C’è la cosiddetta Liberty Road dalle sue parti che è una specie di videogame studiato per motociclisti: stretta, tortuosa, costellata di ponticelli e ogni tanto benedetta dalla ghiaia in curva. Ma Big Frank se la macina come se fosse un rettilineo. Imprendibile.

Lo scorso anno Frank mi ha prestato la sua FJR1300 e ci ho girato una settimana tra North Carolina e Tennessee. Alla fine del giro mi sono reso conto che le gomme erano arrivate alla frutta. Così gli ho fatto una sorpresa e gli ho regalato un treno di Michelin Pilot Road.

Frank ha guardato il paio di gomme nuove e mi ha detto: “Ti ringrazio, ma non dovevi.” (Che avevo detto? I soliti motociclisti.)

Grazie Big Frank.

Quest’anno, complice la crisi, il viaggio in USA me lo sogno…Ma è bello sapere che ci sono amici così.

venerdì 6 marzo 2009

Milano, ore 18:00

Sono partiti!

Al verde, la griglia di partenza impazzisce completamente, con macchine che si buttano a sinistra e a destra per assicurarsi spazi liberi di accelerazione. 

Il Rag. Fumagalli su Fiat Duna pesta il pedale nel pavimento e prende il comando in una nuvola di fumo nero, seguito dalla giovane promessa Gaetano Scoccimarro su Opel Astra turbodiesel (ascensori Schindler) che però sportella vistosamente un Burgman mandandolo fuori pista. 

È bagarre: la Sig.ra Adalgisa su Nissan Micra canna grattando un cambio marcia e viene tamponata da Ahmed Al Rashid Al Masri su Fiat Ducato che arrivava senza freni. Piervittorio LaFava, su Aprilia Motò (tenuta in maniera maniacale, tutti i tagliandi documentati) per evitare i vetri sparsi sull’asfalto schiva da gran manico gli ostacoli ma ahimè parte per la tangente e centra una fermata dal tram. Si rialza subito, sembra illeso.

I marshal sventolano freneticamente le bandiere gialle, ma Cosimo Laminchiazza, autista ATM al volante di un bus Iveco della Linea 73, prosegue a palla, con il limitatore che attacca e stacca di continuo, e supera in derapata l'Ing. Luca Zillo, su BMW X5 che si attardava a impostare il GPS. 

La coda dell’autobus urta l’avantreno della Lancia Fedra di Mayah Lona, cittadina ungherese di professione soubrette, che va in testacoda. È il panico! La seconda metà della griglia di partenza si schianta contro la monovolume che occupa di traverso la carreggiata. Ma la gara continua, almeno fino al prossimo semaforo rosso.

Da Milano, Via Gallaratese, è tutto. Studio, a voi la linea.

martedì 3 marzo 2009

Trafficare sulla moto



F
orse qualcuno potrà spiegarmi per quale motivo trafficare sulla moto è per me una forma di relax, mentre fare manutenzione sulla macchina è qualcosa che rimando continuamente.

La povera auto ha ormai 11 anni e 100.000 km no, ho controllato, siamo già a 150.000...e la creatura giurassica ha sicuramente più bisogno di attenzioni della moto. A certi regimi sento la trasmissione che ulula e quell'olio motore chiede di essere messo a riposo.
Eppure non riesco a trovare la voglia di cambiarle i fluidi o fare delle operazioni elementari di manutenzione.
Se invece mi dite di trafficare sulla moto, per me è come un invito a nozze.

Mi metto la tuta, i guanti di lattice e mi scelgo i ferri giusti per fare il lavoro richiesto. Deve essere una specie di terapia occupazionale che mi distrae dai pensieri più stressanti.

Ma credo sia anche un discorso legato alla bellezza delle parti meccaniche di una moto, alla precisione dei componenti e alla relativa facilità di accesso senza bisogno di calarsi in un tunnel.

Prendete una pinza dei freni o un cerchio della moto e comparateli all'equivalente di un veicolo a quattro ruote. Non c'è paragone nel livello di rifinitura dei pezzi e nell'equilibrio tra funzionalità e design.

Ecco, lo sapevo. Ora devo per forza andare a smontare qualcosa...