domenica 26 aprile 2009

Prosegue il countdown

Venti giorni alla partenza per Istanbul.

Previsioni meteo non ancora note, ma non essenziali.
Tanto noi partiamo lo stesso. La scelta del periodo dovrebbe garantirci un'alta percentuale di giornate di sole. Altro non sappiamo e non possiamo comunque farci niente.

Gli alberghi sono ora tutti riconfermati, primo fra tutti il piccolo Hotel Evsen di Istanbul che abbina una posizione strategica in città a tariffe particolarmente contenute (Eur 45 per la singola, con tanto di colazione).


Siamo a pochi minuti dal Bazaar, dal palazzo Topkapi, da Santa Sofia e dalla Moschea Blu. Una breve passeggiata ci porta al Ponte Galata sul Corno d'Oro e da lì partono i traghetti per il Bosforo e la sponda asiatica della città.

Lungo il viaggio di andata la prima sosta é a Zagabria, dove ci aspetta l'Hotel Stella, situato tra la capitale croata e l'aeroporto. Anche qui il rapporto qualità–prezzo è valido. Una singola costa Eur 55, colazione inclusa. Il centro della città é a pochi minuti di distanza.


La sosta successiva è nella capitale bulgara. A Sofia, siamo prenotati presso il Forum Hotel, in zona centrale, dove per Eur 45 avremo una singola con colazione inclusa. Non male per un albergo 4 Stelle.


Non resta altro che fare gli ultimi controlli sulle moto e il resto ce lo dirà la strada. Fra qualche giorno, una volta chiarito l'interrogativo meteo, sapremo anche che tipo di indumenti portare nel bagaglio.
Al netto di qualche rovescio di pioggia, io scommetto su temperature attorno ai 25 gradi.
Non dimentichiamoci gli occhiali da sole!

venerdì 24 aprile 2009

Malus malus

Ho deciso di farla finita con la mia assicurazione.

Da otto anni la mia moto è assicurata con Linear e ogni anno mi ripropongo di cambiare, ma poi non trovo il tempo di fare un po' di ricerche online.

Chi si dedica alla caccia di preventivi su Internet troverà la solita giungla di formulari, da quelli minimalisti a quelli assurdi. Genertel vuole perfino sapere il mese in cui avete conseguito la patente, l'anno non gli basta! (Per ricordare che la mia patente risale all'Ottobre 1969 c'è voluta una seduta di ipnosi.) C'è chi pretende il tuo codice fiscale prima di farti un preventivo, c'è chi non ti chiede nemmeno il nome. Anche molto irritante (e piuttosto grave) è il fatto che alcune assicurazioni si siano uniformate alla Legge Bersani (la trasferibilità della classe di merito) e altre no.

Linear, con tutta la fuffa pubblicitaria sull'Automobilista Sapiens e le balle varie delle sue origini cooperative, ha un bel pelo sullo stomaco e non ritiene nemmeno opportuno adottare la legge dello stato. Quando ho avuto bisogno di assicurare due moto contemporaneamente, volevano farmi partire dalla Classe 14 per la seconda moto. "Ma la Legge Bersani?" ho chiesto alla scimmietta del call center. "A noi non risulta" mi ha risposto. Viva l'Italia equa e solidale!

Le assicurazioni online mi ricordano la pubblicità di quelle pillole magiche che dovrebbero farti dimagrire mangiando (10 kg in 40 giorni, giro vita ridotto del 10%, perdere una taglia in un mese, soddisfatti o rimborsati). Tante parole vuote ma i fatti sono ben altra cosa. Leggete bene le avvertenze: i risparmi che le assicurazioni promettono sono fuorvianti come i cali di peso miracolosi di chi crede di poter dimagrire mangiando.

Appena la pubblicità (del dentifricio, del pannolone, dell'assicurazione) parla di percentuali, state in guardia: c'è la mistificazione in agguato, la circonvenzione di utente a suon di numeri. Domandatevi sempre: "denti più bianchi del 37,5% rispetto a che?", "assorbe il doppio di cosa?", "risparmi fino al 50% partendo da dove?"

Genertel, in promozione speciale veicolata da Moto.it, viene a costare praticamente il doppio di una normale polizza Dialogo senza convenzioni di alcun genere. Contro queste pubblicità ingannevoli e scorrette è l'utente che deve farsi furbo.

L'Isvap (istituto di vigilanza sulle assicurazioni private) è la classica tigre di carta, un organismo burocratico (undici servizi, articolati in diciassette sezioni e otto uffici) votato alla conservazione di se stesso dove l'utente è l'ultima delle preoccupazioni. Andate sul sito Isvap, leggetevi i profili del consiglio direttivo e ditemi se come consumatori vi sentite tutelati.

mercoledì 22 aprile 2009

Il bello e il brutto della Rete

In quindici anni circa di utilizzo di Internet ne ho viste veramente di tutti i colori.

Uno dei fenomeni più singolari é la presenza di certi individui che, nei forum di discussione dove la "moderazione" dei post avviene solo dopo la loro pubblicazione, si fanno notare per le loro posizioni autocelebrative, per l'approccio inutilmente provocatorio o per la cafonaggine generale del comportamento.
Ai tempi delle "lettere al direttore" di un giornale, il loro intervento sarebbe quasi certamente finito nel cestino, ma la bellezza di Internet è proprio l'immediatezza della comunicazione. Sta poi al singolo non approfittarne per i suoi patetici deliri di onnipotenza o il desiderio di infliggere agli altri la sua stupidità.

La Teoria del Cibercinghiale é proprio questa: si prende un individuo normale, gli si danno la garanzia dell'anonimato e un pubblico che lo legga e in pochi istanti si é aperta la porta al "cinghiale del Web", una razza che (purtroppo) non è in via di estinzione. Anzi.
Al crescere delle frustrazioni della vita, scrivere bestialità o fare i cafoni su Internet ha preso il posto dell'urlo sgangherato in un luogo pubblico, atto che in passato era il solo sfogo concesso ai disadattati.
Ma come la folla in strada si allontana dallo squilibrato che urla da solo, anche nel mondo di Internet c'é il modo, ancora più sottile, di isolare gli esagitati. Ignorarli.

La Rete, ormai presente in molti aspetti del nostro lavoro e della nostra vita, ha chiaramente anche dei risvolti meno brillanti, e questo è uno di quelli.
D'altro canto, il bilancio della mia frequentazione di Internet è di gran lunga positivo, perché proprio al Web devo le più valide amicizie degli ultimi anni.

Se non ci fosse stata la Rete, oggi non avrei un certo numero di veri amici (badate, non sto dicendo "conoscenti" ma amici con la A maiuscola) che ho incontrato inizialmente tramite il computer.
Se non ci fosse stata la Rete, forse non avrei mai conosciuto persone per la cui amicizia mi reputo oggi molto fortunato. E quindi, se il prezzo da pagare è sopportare ogni tanto un cinghiale sciolto, mi sta benissimo.

sabato 18 aprile 2009

Rodaggio primaverile

Dopo un inverno che non voleva saperne di finire e una primavera fino ad oggi piuttosto bagnata, la voglia di riprendere la tradizione delle uscite in moto è tanta. Ma non dimentichiamo che gli storditi automuniti sulle strade aumentano sempre e quella prontezza e quell'attenzione che il motociclista affina progressivamente nel corso delle sue uscite non sono ancora ai massimi livelli.

C'è sempre un po' di rodaggio psicofisico da fare a inizio stagione e, per quanto mi riguarda, io sono ancora a zero. La voglia ci sarebbe, ma finora è stato il tempo a mancarmi…

Una foto emblematica di una reazione errata l'ha giusto proposta il forum americano FJR Riders. L'hanno subito battezzata "uno stoppie andato male". È probabile che il motociclista seguisse l'auto rossa troppo da vicino. Questa deve aver frenato improvvisamente e il pilota della moto ha reagito d'istinto pinzando davanti e bloccando l'anteriore.
La bassa velocità ha reso possibile un'acrobazia perfetta, una giravolta quasi completa terminata sul cofano posteriore dell'auto e, complice il bauletto, senza una caduta rovinosa della moto sull'asfalto e, presumibilmente, sul motociclista.

Una brutta esperienza che, come tutte, può insegnarci qualcosa.

mercoledì 15 aprile 2009

Le Poste che il mondo ci invidia

La notizia.

Nel 2008, a riconoscimento dei suoi risultati finanziari e della sua capacità di innovare, Poste Italiane migliora per il secondo anno consecutivo la sua posizione tra le "World's Most Admired Companies" di Fortune e registra una crescita di valutazione che le ha permesso, nella recente edizione 2009, di scalare la classifica collocandosi tra i migliori operatori mondiali.

La realtà.

Oggi ero all'ufficio postale per spedire alcuni accessori moto a un amico e davanti a me c'era una signora di mezza età che dettava all'impiegato un telegramma per la Calabria, perché lei è "alfabeta". Forse gli ebeti ai piani alti della Direzione Generale non se ne sono accorti, ma la clientela delle Poste è fatta di gente comune che manda pacchi, compra francobolli, spedisce raccomandate e cerca di prelevare soldi con il Bancomat, le rare volte che non è fuori servizio.

I prodotti innovativi vanno bene, la vendita di SIM telefoniche e di libri può anche essere utile a qualcuno ma il servizio primario delle Poste è recapitare la posta e non mandarla al macero. La consegna dei pacchi è scandalosa e affidata a dei bucanieri, mentre i tempi di attesa negli uffici postali si allungano per via delle nuove tipologie di transazioni che vengono loro affidate senza aumentare l'organico o meglio qualificare i dipendenti.

Se il mondo ci invidia le Poste per la presunta "capacità di innovare", si vede che il mondo non ha dovuto mai fare due operazioni separate con il Bancomat per consultare il saldo del proprio conto e anche ritirare dei soldi. Non è un concetto complicato, ma i tecnologi postali sono troppo impegnati a trovare soluzioni innovative per risolvere inezie di questo genere. 

Ma se alle Poste non piace fare il vero lavoro delle Poste, chi lo farà?  

martedì 14 aprile 2009

Iron Butt o Orient Express?

Sorpresa! Mi ha telefonato Eric, l'amico americano che partecipò al nostro Tour dei Pirenei 2008.

Eric, che vive a Vienna per motivi di lavoro, stava giusto pensando di fare un giro in solitaria secondo la tradizione americana degli Iron Butt (culi di ferro), percorrendo cioè 1600 km in 24 ore. Data la sua posizione geografica, l'amico aveva in mente di partire da Vienna, scendere in Slovenia, entrare in Croazia, transitare per Bosnia e Serbia e rientrare a Vienna attraverso l'Ungheria, completando così le sue 1000 miglia regolamentari (e insonni).

Eric mi ha chiesto se c'era qualche collega italiano che voleva accompagnarlo nell'impresa. Data la nostra imminente partenza per Istanbul, gli ho detto che era improbabile che qualcuno della vecchia squadra dei Pirenei si potesse aggregare. Perché invece non vieni con noi in Turchia? gli ho proposto.

Bè, l'idea gli è piaciuta parecchio e adesso ci sta pensando su. Se lo conosco, ha già una gran voglia di unirsi al nostro gruppo. La sua è una FJR1300 del 2003 ed è in forma perfetta (lo so perché glie l'ho venduta io…). Con questa piccola impresa, la moto coronerebbe gli 80.000 km di percorrenza ed Eric chiuderebbe in grande stile la sua permanenza in Europa, visto che ha in programma di rientrare definitivamente in USA a fine anno.

Questo viaggio sarebbe la sua Grande Avventura e ne potrebbe mostrare agli amici foto e video per anni e anni! Da Vienna fino a Istanbul e ritorno, un viaggio che sa tanto di Orient Express!

In effetti, c'era un tragitto del celebre treno che transitava per Vienna, mentre il Simplon Orient Express che passava per l'Italia seguiva proprio il nostro itinerario: Milano-Venezia-Belgrado-Sofia-Istanbul.

domenica 12 aprile 2009

Il bambino motociclista

Sto cambiando casa e la scelta dei colori per le pareti è una decisione interamente affidata a mia moglie. Se un colore piace a lei, piacerà di sicuro anche a me.

Se però parliamo del garage, quello è il mio dominio incontrastato e le mie decisioni in quell'ambito sono legge. Oggi mi sono divertito a impregnare il pavimento in cemento con due mani di un prodotto specifico e gli ho poi dato altre due mani di una vernice poliuretanica color mattone. Ieri avevo montato gli scaffali e affisso al muro i pannelli ai quali voglio appendere le chiavi inglesi e i vari attrezzi.
Fra qualche giorno saranno tutti al loro posto con la dignità che questi strumenti meritano.

Quando entro in un grande negozio di ferramenta mi rivedo bambino nel negozietto di giocattoli, quando prendevo religiosa- mente in mano un modellino di auto, alzavo gli occhi e chiedevo a mio padre: "me la compri?"
La differenza è che oggi la decisione in merito all'acquisto è la mia, ma il piacere di comprare oggetti o attrezzi che mi serviranno per la moto non è cambiato da quando me ne tornavo a casa con l'oggettino in metallo della Dinky Toys stretto in mano.

Non c'è niente di male a ritrovarsi ancora bambini, anche se si è abbondantemente superato il mezzo secolo di permanenza sul pianeta. Anzi, io trovo che sia un antidoto contro il rischio di invecchiare.

La differenza tra una Nash Rambler bicolore del 1957 in pressofusione e un set di chiavi inglesi luccicanti è solo l'uso che ne farò. Ma il bambino che ancora mi porto dentro le stringe con la stessa passione.

PS: chiunque si accorga di essere rimasto bambino per altri aspetti, contatti urgentemente un endocrinologo! 

giovedì 9 aprile 2009

Il sapientone

La motocicletta, lo sanno tutti, non è solo un mezzo di trasporto.

Discutere di moto e armeggiare sulle moto sono passatempi virili già noti agli antichi etruschi.
Il problema che loro la moto non ce l'avevano e perciò soffrivano assai. Secondo alcuni studiosi sarebbe stato proprio questo uno dei motivi per cui divennero una civiltà scomparsa.

Ma non crediate che il motociclista abbia l'esclusività di questo edificante passatempo.

Anche gli appassionati di barche stanno sempre a trafficare a testa sotto in qualche vano motore o in un gavone, oppure li trovate a discutere animatamente tra di loro sulla migliore soluzione per un particolare problema.

I patiti della nautica conoscono bene i cosiddetti "profeti da banchina", gente che sa tutto e ha un'opinione infallibile su tutto. "Quell'elica non va bene", "Devi cambiare àncora, la Danforth per la tua barca è sbagliata", "Ti serve un flatting bi-componente per quei legni". Molte volte si scopre che questi signori la barca non ce l'hanno nemmeno e frequentano la banchina solo perché a casa hanno una moglie spaccaballe che li fa girare con le pattine ai piedi.

Vi ricorda qualcosa?

Non conoscete anche voi qualche "esperto" di moto, qualche guru delle due ruote che sputa sentenze definitive e senza appello? "Hai le gomme sbagliate!", "Devi cambiare i getti ai tuoi carburatori", "Ora ti faccio vedere un olio motore miracoloso!". Non serve a niente dirgli che quelle gomme le montano tutti con soddisfazione, né che la vostra moto ha l'iniezione elettronica. Per non parlare di quell'olio motore che lui tanto decanta ma che è per uso automobilistico.

Le moto sono una cultura, uno stile di vita e una passione che non conosce età. Ognuno quindi vuole dire la sua e ognuno desidera cinque minuti di attenzione.
Bisogna essere pazienti e tolleranti anche con il classico rompipalle. E poi, quando non guarda, gli si versa l'olio dei freni nelle scarpe.

mercoledì 8 aprile 2009

Ogni bel gioco

Il gigante mondiale dei videogame Sonasega® ha presentato un nuovo gioco elettronico chiamato IL PENDOLARE basato sulle avventure di un pilota che prende la moto tutte le mattine.

Si parte con l'uscita dal box e l'immissione in strada. Sono previste varie opzioni ambientali: Metropoli, Cittadina e Campagna.

I livelli sono tre: Principiante, Intermedio e Avanzato. Si possono aggiungere ulteriori difficoltà con le opzioni: pioggia, branchi di scooter, traffico della partita.

Proviamo a giocare da pilota Intermedio in ambiente Cittadina. Meteo OK, niente scooter.

La moto viaggia in rettilineo a 50kmh. Da destra sbuca una Nissan Micra che effettua conversione sulla doppia riga con guidatrice al telefono. Scartare a destra. Da un passo carrabile esce a retromarcia una Lancia Tema di 20 anni fa con vecchio rincoglionito al volante. Aprire gas e svicolare. Attenzione, dallo stop arriva senza frenare un autobus cittadino! Bloccare la moto senza cadere. Ora potete ripartire.
Da destra, tra due macchine parcheggiate, spunta una carrozzina con bambino. È la madre che sonda il terreno (se le travolgono la creatura, ne fa un'altra). Gas, gas, gas! per evitare l'ostacolo senza cambiare corsia: sulla vostra sinistra c'è un ebete con la Passat TDi che gareggia con un'Audi A8.
Occhio al semaforo giallo con telecamera+velox! Molto bene. Siete passati un millisecondo prima del rosso. 

Proseguite ora fino al traguardo evitando nell'ordine: lavori stradali con brecciolino e bitume in carreggiata, trattore agricolo che lascia toppe di terra, spruzzata d'acqua dal lavaparabrezza di Lancia Musa, palla di gomma seguita da bambino, serie di buche a macchia di leopardo profonde 20cm, tombini lucidi d'acqua diametro 80cm, furgoni allo sbaraglio guidati da zingari, un camper che scarica acque nere, la Signora Adalgisa che si trucca nello specchietto.

Bravi, ce l'avete fatta! Ma erano solo le 07:00 di Domenica.

Se volete partire alle 08:00 di Lunedì dovete passare al livello Avanzato.

martedì 7 aprile 2009

Vendesi moto

Yamazuki 1000 modello 2008. Unica, bellissima, pochi chilometri, tenuta da amatore, manutenzione maniacale, tutti i tagliandi, mai fuoristrada, mai nemmeno in strada, mai salito sopra, accessoriatissima, uniproprietario (anzi che dico mezzo proprietario visto che sono alto 1, 52), prezzo interessante, prezzo incredibile, prezzo da coglione che non sono altro, affarone, no permute, sempre box, a volte anche in salotto, trattativa riservata, astenersi perditempo. Chiamare Romualdo ore pasti.
Eppure non si riesce a venderla.

Se i dati di mercato mostrano una ripresa delle immatricolazioni pompata dagli incentivi statali, si tratta in gran parte di scooter.
A marzo ne sono stati venduti 42.000 su un totale di 49.000 motoveicoli.

Ma l'usato é fermo, anzi inchiodato. E non basta, i tagli di prezzo fatti dai concessionari sul nuovo per poter piazzare qualche moto si sono ripercossi brutalmente sul parco dei veicoli usati.

I venditori privati si lanciano nelle solite lodi sperticate: "é una moto unica, non ne troverà un'altra così… " Ma non é vero. Ce ne sono a decine e non si riescono a vendere. I "listini dell'usato" sono carta straccia, non valgono più niente. Si potrebbe definire un mercato del compratore, ma il compratore non c'è.

Perfino i perditempo si astengono.

lunedì 6 aprile 2009

ATGATT, chi era costui?

Primo caldo primaverile nelle steppe del Nord. Oggi 23 gradi, un bel cielo blu e le poche nuvole che bastano per renderlo interessante.

Fermi al semaforo fa già caldo. E già la bardatura del motociclista comincia a pesare.

Giacca tecnica con protezioni su spalle e gomiti, pantaloni con protezione alle ginocchia e all'anca, casco integrale, paraschiena e guanti seri. Ai piedi, lo stivale da moto tradizionale.

Già con soli 23° la tentazione sarebbe di cominciare ad alleggerire il carico, ma nella testa mi risuona una sigla che é un monito: ATGATT!

All The Gear All The Time (che tradotto liberamente dall'Inglese vuol dire Tutte Le Protezioni Tutte Le Volte).
Visto che in Italiano la sigla TLPTLV può portarvi a spruzzare di saliva la visiera del casco, facciamo buona quella anglofona.

L'amico RwP, che scrive il blog FJR Life, la riporta come un principio spirituale. Anche a Los Angeles, quando inizia a fare caldo il sole non scherza e la tentazione di girare in moto vestito come un surfista di Malibu viene di sicuro anche a lui. Camicia hawaiana, infradito, occhiali Oakley e casco a scodella.

Ma il motociclista vero si distingue dal pisquano anche per l'autodisciplina che sa esercitare. ATGATT è una regola di vita che può salvarci la vita.

Se fa troppo caldo, una giacca "mesh" con il suo tessuto traforato può rappresentare il giusto compromesso, visto che contiene le stesse protezioni di una giacca invernale.
Lo stivale può essere sostituito da uno scarponcino più basso, ma che offre sempre una maggiore protezione della scarpa da tennis in gomma e cotone. Lo stesso vale per i guanti, la cui versione estiva è sempre abbastanza protettiva. 

E il casco? Bé amici, il casco rimane lo stesso. Personalmente, non vedo alternative all'integrale.

La nostra è già una passione pericolosa; adottando il principio ATGATT facciamo almeno il possibile per salire in sella preparati.

venerdì 3 aprile 2009

Il Grande Fratello cretino

Si parla in questi giorni di rendere obbligatorio per i motociclisti l'uso del paraschiena.

Niente da eccepire sull'utilità' dell'oggetto, ma che vada prescritto per legge é grottesco. Siamo alle solite, il legislatore non è capace di educare, ma solo di prescrivere e reprimere sulla carta.

C'è negli Stati Uniti una grande avversione all'obbligo del casco in molti stati.
Ma non mi fraintendete: l'opposizione viene da gente che il casco lo porta sempre. La posizione di questi gruppi è che lo stato non debba immischiarsi e imporre al cittadino comportamenti e obblighi che riguardano la sua sfera personale.

Qui da noi, l'approccio è opposto. Lo stato, becero e impotente, legifera fino all'impossibile ma poi non si dimostra in grado di far applicare le sue leggi.

Ci sono parti d'Italia in cui si gira ancora impunemente senza casco sotto gli occhi dei vigili. E migliaia di persone ogni giorno non ottemperano ancora all'obbligo di indossare le cinture di sicurezza in auto, che è legge dello stato da anni.

Lo stato italiano è una testa che parla (troppo) ma alcuni organi non l'ascoltano. E allora parla di più, anzi straparla, ma con lo stesso risultato. E allora insiste e produce altra carta, perché solo quello sa fare. Vogliamo cominciare a far applicare le leggi che ci sono, prima di produrre altra carta straccia?

Se questo progetto dovesse diventare legge, cosa che sicuramente rallegra Spidi, Dainese e altri operatori del settore, immaginatevi poi la valanga di distinguo e di esenzioni. 

"Solo le moto da 249cc in su", "solo i minorenni", "solo le provincie che cominciano con la M", "esenzione per i cassaintegrati", "giorni alterni per le regioni a statuto autonomo", "obbligo di omologazione per i paraschiena acquistati con carta di credito", "dichiarazione sostitutiva di paraschiena applicata in posizione visibile sul giubbotto" e altre patetiche italianità.

Non dimentichiamo mai che uno stato-balia produce cittadini-bambini, cioè incapaci di pensare per conto loro.  

giovedì 2 aprile 2009

Nasce una nuova rivista di moto

In edicola trovate oggi una nuova rivista di settore, Moto 7.

Scusate se non mi riesce la ola e il grido di giubilo è modesto.

Proprio quello che ci voleva: un'altra rivista che si affianca alle altre presentando i prezzi del nuovo, le quotazioni dell'usato, le marchette pardon le prove e così via.
Primo numero a 1 Euro, poi aumenteranno il prezzo come da stanco copione. O è una formula vincente?

Se negli ultimi tempi c'è stata qualche scomparsa editoriale, un motivo ci sarà pure. La torta pubblicitaria è diventata più piccola e le varie fette assegnate alle troppe rivistine sono anch'esse più miserabili di prima. Nessun problema, rispondono gli editori, tagliamo i costi redazionali. Che grande idea! Già la qualità dei servizi faceva pena, affidati a pisquani poveri di esperienza e ricchi di frasi fatte.

Teniamoci forte. La pioggia di sbrodolate enfatiche farcite di "prestigiosa", "all'avanguardia", "salotto da 200kmh" è destinata a intensificarsi.

Voi come la vedete? Qui sotto trovate un minisondaggio per dire la vostra.