domenica 13 febbraio 2011

Me l’ero promessa


Era già un bel po' di tempo che mi girava per la testa una voglia di custom.
La sintomatologia era conclamata da un paio d'anni, l'avevo anche dichiarata qui sul blog. Non si trattava però di delusione nei confronti della mia moto attuale, tutt'altro.
La fedele FJR1300 è già la seconda di questo tipo che possiedo e non posso chiedere di più a un mezzo che se l'è cavata sulle sterrate della Tunisia come sulla Nordschleife del Nürburgring. 

Una moto rabbiosa e incollata alla strada, una frenata sicura e un assetto di guida tagliato su misura per me, che mi permette di fare tratte da 800-1000 km al giorno e di rifarne altrettanti il giorno dopo.

Ma allora perché una custom?

Frenata scadente, un terzo dei cavalli a fronte dello stesso peso della FJR1300, assetto di guida che alla lunga ti stanca, limiti di manovrabilità nelle curve a gomito e chi più ne ha più ne metta.
Per me la custom è una specie di "antimoto", una mietitrebbia luccicante che viaggia a 80-100 kmh sulle statali e che non ha velleità competitive. 
E' il relax più completo, la pigrizia di non cambiar marcia, la frenata ragionata e non la staccata ritardata, la curva ampia e pennellata invece del cambio di direzione improvviso.

Invece del 4 cilindri che spara rabbioso i cavalli fino alla zona rossa, la custom è una moto che il contagiri nemmeno ce l'ha…

Ti accoglie con il contrasto tra il nero della vernice e le sue cromature splendenti, con le ruote a raggi e il manubrio larghissimo, ti scuote con le vibrazioni (neanche eccessive per la verità) del suo classico V-Twin e ti porta in giro con l'aria sulla faccia senza risvegliare in te l'istinto competitivo, quello che ti fa entrare in curva 10 km più veloce e a frenare 5 metri più tardi.

C'è un momento giusto anche per quello, non ho certo intenzione di rinunciarci, ma con una custom ho voluto regalarmi qualcosa di diverso ma che mi piace altrettanto.
Chi di voi non avrebbe mai voluto ordinare due dessert al posto di uno? Perché dover scegliere tra i profiterole e il tiramisu?

Nessuno me ne vorrà se questa volta ho ordinato due dolci. Molto diversi tra loro ma che mi piacciono allo stesso modo.
Ieri ho ritirato la Kawasaki VN900 e ci ho fatto oltre un centinaio di km. Me li sono veramente goduti e ne farò tanti di più appena il tempo migliora.

C'è un proverbio americano che in italiano non fa rima, ma dice pressappoco così: la differenza tra gli uomini e i bambini è il prezzo dei loro giocattoli.

4 commenti:

  1. ebbravo dino,
    a malaparata puoi sempre dire che hai anche una kawasaki novecento...
    :)))

    congratulazioni.

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  2. Un giocattolone, nella foto con scenario da fiaba...

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  3. Dino, hai fatto benissimo.
    Chi se lo può permettere è giusto che si permetta.
    Ti invidio.
    Un po' meno quando penso che te ne andrai in giro con la scodella in testa....
    :))

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  4. Un mio collega, pochi giorni fa ha ritirato una H-D 1200.... un altro già possiede da un pò di tempo una 883...

    Non le avevo mai prese in considerazione come tipologie di moto, ma ultimamente mi attirano molto. Non che abbia intenzione di comprarne una, ma in futuro (molto futuro) chissà, magari un pensierino ;-)

    A dirla tutta, se oggi avessi la possibilità economica, sinceramente l'avrei già presa, ma per ora deve attendere tempi migliori...

    Hai fatto benissimo Dino!!!! e goditela al massimo!!!!

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