martedì 27 ottobre 2009

La madre di tutte le strade


Diciamo pure che l'augurio che mi ero fatto prima di partire per la Spagna si è avverato solo a metà.

Le strade sono state buone, anzi ottime e perfino asciutte. Ma la calma di vento non c'è stata, anzi. Venti forti settentrionali hanno creato gravi ritardi nel traffico marittimo e reso necessario assicurare le moto al ponte garage per evitare che se ne andassero a spasso.

Le vicende meteo ci hanno visti, contrariamente ai piani iniziali, rientrare su Civitavecchia e quindi risalire la costa tirrenica fino a La Spezia.

Per me, questa tratta stradale fuori programma ha fatto riaffiorare i ricordi dei miei primi viaggi, visto che ho abitato a Roma per molti anni.

La SS1 Via Aurelia era per me "la madre di tutte le strade". Ogni mattina mi conduceva a scuola a cavallo della mia Vespa 50 e ogni fine settimana era la pista di lancio per varie scorribande, prima con il minuscolo scooter e poi con moto più grandi o in automobile.

Fu sulla Via Aurelia che nel 1970 rimasi senza benzina mentre mi dirigevo ad Amsterdam in macchina. Un esordio piuttosto miserabile per un viaggio allora epico.

Attraversando l'Aurelia ebbi il mio primo incidente di moto, speronato da un idiota in Vespa che andava contromano. Andai in terra sbattendo la testa, ma per fortuna portavo un casco integrale ben prima che fosse obbligatorio per legge.

L'Aurelia era la strada che conduceva ai traghetti delle FS diretti in Sardegna, le vecchie motonavi Tyrsus e Gallura. I ponti erano in legno e si dormiva in sacco a pelo negli angoli ridossati dal vento, dopo aver fatto scorta di birre al bar della nave.

Si arrivava mezzi intontiti a Golfo Aranci che era ancora buio e si cominciava a sentire sul viso il sole nascente mentre le nostre moto percorrevano la SS125 dalle parti di Arzachena. A volte si portavano le moto a bordo spiaggia e si continuava a dormire sulla sabbia per qualche ora.

Sempre l'Aurelia era la strada che ci conduceva al Monte Argentario o ad Albinia con le tende da campeggio arrotolate sul portapacchi. Anni dopo, ci siamo avventurati fino a Punta Ala, all'Elba e perfino nella "lontana" Liguria.

Con il passare del tempo e con l'acquisto delle prime moto "serie", l'idea di farsi 500 km in sella diventava meno terrificante e l'Aurelia rappresentava ormai solo la prima tratta di percorsi più complessi e impegnativi.

Mentre questa strada familiare scorreva sotto le mie ruote qualche giorno fa, ripercorrevo questi quasi quarant'anni della mia vita con una certa nostalgia. L'Aurelia "nuova" (una pessima superstrada piena di buche e avvallamenti) ai tempi non c'era ancora. Da Follonica in poi era uno stillicidio di attraversamenti di paesi, fermate di corriera, camion e palette dei Carabinieri.

Si arrivava al confine con la Liguria che era quasi sera. Poi si saliva il mitico Passo del Bracco per scendere sul golfo del Tigullio. L'autostrada Livorno-Sestri Levante sarebbe solo arrivata nel 1975.

Ma intanto la strada del ritorno ci ha portati a Rosignano. E' ora di lasciare l'Aurelia e aprire il gas per le tre ore di autostrada e quei 25 Euro rapinati che ci separano da casa.

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