lunedì 28 dicembre 2009

Solo dei normalissimi pazzi

Le Olimpiadi invernali fai-da-te, iniziate con il lancio del duomo al Berlusca e proseguite con il placcaggio del papa sul campo da rugby di S. Pietro, sono state viste con grave preoccupazione dai nostri soloni dell’informazione.
Dal cassetto dei luoghi comuni hanno tirato fuori espressioni come “la spirale della violenza”, “inquietante escalation” e altre frasi di comodo che, insieme al “copia e incolla”, sono i pilastri su cui si fonda la professione del giornalista. Il tono serioso e corrucciato ha contagiato anche i loro colleghi sfigati che scribacchiano su Metro, City, Leggo e gli altri tabloid usa-e-getta da sfogliare appunto tra le fermate metro di Cadorna e Sesto FS (o per i Romani tra Ottaviano e Colli Albani) e da buttare via schifati prima di emergere in superficie. E così, mentre i giornali quelli veri tuonavano contro i “toni troppo accesi”, nel loro piccolo i giornalini emettevano timide flatulenze sulla stessa vena.

Ma a mio avviso si tratta di allarmismo ingiustificato. Se una rondine non fa primavera, due malati di mente non fanno odio di classe o religioso.
Altra cosa sarebbe stata se il modellino con le guglie l’avesse scagliato Franceschini (nascondendo poi la mano) o se a fare strike col papa e il cardinale Vattelappesca fosse stato un Imam d’alto bordo. (Oggi l’esponente islamico più gettonato è Khamenei dell’Iran, ma si sa che i gusti della folla in materia di imam sono molto volubili.)
Non dimentichiamo poi che i responsabili dei due folli gesti atletici sono...sì avete indovinato...nient’altro che dei folli. E per definizione il folle è imprevedibile (oltre che, come i fatti hanno dimostrato, di una precisone chirurgica). Perché quindi attribuire a degli squilibrati un disegno criminale o l’appartenenza a una congiura cosmica?
Il folle si fissa su qualcuno e, studiatene le mosse, colpisce all’improvviso. La sua vittima è di solito un personaggio pubblico. Che gusto ci sarebbe a sparare alla Sig.ra Cesira dell’interno 23 o a pugnalare un tranviere?


Se non vi ho convinto, chiedete a John Lennon. Il suo omicida, Mark Chapman, era solo un folle isolato, come anche Sirhan B. Sirhan, che sparò a Bob Kennedy. Niente congiura globale, solo dei normalissimi squilibrati.
Non credo nemmeno al “clima teso” o alle altre teorie che nel periodo natalizio si sono alternate con la cifra spesa dagli Italiani al supermercato o al solito stanco sondaggio sul menu di Capodanno.

John Hinckley, il pazzo che sparò a Ronald Reagan quasi trent’anni fa non lo fece perché aveva tifato per Carter alle elezioni del 1980.
Lui voleva solo fare colpo sulla giovane attrice Jodie Foster.

Paura di essere uccisi da un folle? Tranquilli: il segreto è non diventare famosi e non attraversare mai sulle strisce pedonali.

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