mercoledì 1 settembre 2010

Fenomeni d'estate


Ho passato il mese di Agosto a lavorare. C'è in giro una crisi tremenda (c'è bisogno che ve lo dica?) e quindi bisogna prendere al volo tutto il lavoro che capita.

Ogni tanto però mi sono concesso un'uscitina con la moto, purtroppo limitata a percorsi autostradali o simili.

E così ho rinfrescato la mia conoscenza di due fenomeni ben distinti e parecchio frequenti.

Fenomeno N. 1

L'imbecille che viaggia a 90 nella corsia di mezzo. Spesso è una Yaris o Matiz guidata dal poggiatesta (il guidatore neanche si vede e comunque il poggiatesta è più competente), oppure è una familiare con tanto di "baretta" sul tetto, carica fino a scoppiare e piena di bambini abbrutiti che sbavano sui vetri, una specie di acquario di mostruosi pesci abissali.

C'è poi anche la variante camper. In cabina lei e lui, tre infarti e due bypass complessivi, che sfumazzano in mezzo alla strada senza nemmeno riuscire a tenere la catapecchia di plastica in una sola corsia. Mentre li supero scorgo le espressioni allucinate di una coppia che è distante solo 40 km da Milano e già non si parla più (magari però sono partiti da Roma e hanno cominciato a litigare a Firenze).

Lui è aggrappato al volante in canotta e berrettino da ciclista, mi vede sfilare via sulla corsia di destra e non fa in tempo a sbandare verso di me e a tagliarmi la strada "per caso". Lei gli dice qualcosa, forse: "Guarda dove vai, stronzo". 
Mi sembra di averli già visti. Poi mi rendo conto che in giro ce ne sono migliaia tutti uguali.

Fenomeno N. 2

Autostrada a 2 corsie, arrivo in sorpasso allegrotto (130 km/h esatti) in coda a uno stordito che ha da poco superato un'auto ma è rimasto nella corsia di sinistra. La prossima auto è distante 400 metri e lui viaggia a 110. Mi vede arrivare nello specchietto (che belle le luci allo xeno!) e con fare stitico si sposta di 150 cm a destra, lasciando libera metà della corsia di sorpasso. Evidentemente per un'Audi A3 rientrare completamente nella corsia di marcia normale è una manovra difficile.

O forse non vuole perdere la sua "priorità di sorpasso" immaginaria. Ma quale priorità? Dietro di me non arriva nessuno.

Forse il problema sta nel lasciar passare qualcuno. A una moto, mezza corsia si può anche concedere, tanto la moto non è nella stessa categoria e spostarsi non conta come un gesto civile.

Secondo Sigmund Freud, che oltre a essere un celebre psicoanalista era anche un appassionato motociclista, qui si tratta di una sindrome che risale addirittura all'attimo del concepimento di quel particolare individuo.

Nel corso del fatidico amplesso, sua madre non si è nemmeno sfilata le mutande, le ha solo scansate. È una situazione chiamata "coitus distraforus" e ha, evidentemente, pesanti ripercussioni sulla psiche.

Questo grave trauma ha seguito il bambino a livello latente per tutta l'infanzia e la fanciullezza e ora, in età adulta, si manifesta con un comportamento analogo mentre lui è al volante.

E pensare che se la madre quelle sante mutande le avesse lasciate al loro posto, avremmo un coglione in meno sulla strada.

2 commenti:

  1. Caro Dino, le tue sono perle di saggezza: mi hanno fatto davvero sorridere, ma a pensarci bene è un sorriso amaro!

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  2. L'importante è sorriderci sopra. Ce ne sono troppi in giro per arrabbiarsi con tutti...;-)

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