giovedì 19 luglio 2012

Cosimo


Luglio, caldo. Pomeriggio inoltrato ai margini nord-occidentali di Milano.

Sto rientrando a casa in moto dopo un appuntamento di lavoro e sono diretto fuori città. La strada ha due carreggiate per senso di marcia ma è molto trafficata. L’ora è quella in cui tutti cercano di uscire da Milano.

C’è un semaforo critico che rallenta il traffico di tutta la strada. Qui c’è la possibilità di svoltare a sinistra o quella di restare nella corsia di destra e tirare dritto.

Ovviamente l’italico medio è scaltro. Si butta nella corsia di svolta a sinistra e poi, arrivato a tutta manetta in fondo, cerca di rientrare nella sua corsia diretta fuori città a scapito di chi è rimasto in fila.
L’effetto è quello di rallentare il traffico di tutti gli altri per soddisfare il proprio bisogno di essere più furbo.

Ma che ve lo dico a fare? Lo vedete tutti i giorni e magari lo fate anche voi, pronti a negarlo ovviamente.

Il traffico è serrato e la mia moto, una custom Kawasaki VN900, ha il manubrio largo che spesso non mi permette di passare tra le file di auto. Sono in fila nella corsia di destra con altre cento auto e alla mia sinistra sfreccia una Panda con un giovane obeso al volante.

Avrà appena trent’anni ma è un barile. Lo vedo accelerare verso il fondo della corsia di svolta a sinistra e scommetto con me stesso che cercherà di rientrare.
Duecento metri più avanti eccolo che prova a tagliarmi la strada, ma senza speranza. Gli sfilo lentamente davanti e la manovra non gli riesce. La macchina dietro di me lo ostacola e lo vedo nello specchietto che si agita.

Dopo cento metri me lo ritrovo a fianco, la Panda su di giri e lui che urla: haaa, allora facciamo i giochetti!
L’accento è siculo autentico e quindi si tratta di un nuovo arrivo nella metropoli tentacolare o di uno che non si omologa facilmente. Lo ribattezzo subito Cosimo.

Cosimo ed io procediamo affiancati con lui che sbraita come un ossesso e io che lo fisso dietro una visiera a specchio e non dico niente mentre lui prova a tagliarmi la strada.
Ora siamo all’ultimo semaforo di Milano prima di imboccare una strada a scorrimento rapido. Io sono in pole position, lui è rimasto alla fila dietro.

Fa verde. Io parto e mi porto in corsia di sorpasso, lui è subito dietro che suona per passare ma non ce la fa a tenere l’accelerazione di una moto. Rallento un po’ e gli resto davanti. Cosimo suona, suona e urla come un pazzo. Temo addirittura un infarto. La panza, il caldo e l'incazzatura non perdonano.

Siamo arrivati a pochi metri dalla mia rampa di uscita. Dalla corsia di sorpasso scivolo verso destra, mentre lui si lancia in avanti. Il mio braccio sinistro si solleva con il dito medio teso mentre Cosimo mi sfila a fianco incredulo e io gli rido in faccia.

Lo vedo che è restato a bocca aperta, con la strada vuota davanti a lui e nessuno con cui poter sfogare la sua condizione di sfigato.

Ciao Cosimo. Fottiti tu e tutti quelli come te.

5 commenti:

  1. mannaggia dino,
    se ogni corsia fosse una carreggiata certe cose non succederebbero! :)))

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  2. Occhio,che elementi così possono diventare pericolosi;come minimo quando è tornato a casa ha picchiato la moglie...

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  3. Eh già, la moglie non sa perché lui la picchia ma lui sì. Pecché è omo!

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  4. che paese di furbi il nostro;D...
    aborti mancati o miracolati in quanto sfuggiti all'evoluzione della specie? un pò uno e un pò l'altro!

    saluti Dino,cpongratulazioni gran bel blog il tuo=)
    lo leggo da tempo conosciuto mediante il blog del Put,che saluto!
    Joe

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  5. Grazie Joe, vorrei dedicare più tempo al blog ma il lavoro è tiranno... :-)

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