domenica 26 luglio 2009

Il lavoro è dolore

Un ottimo esempio per descrivere l’aggettivo “inutile” è quell’odiosa voce sintetizzata che urla ARRIVEDERCI quando ritirate la tessera dopo aver pagato al casello.

A che serve quella voce cretina? A niente. Se potessi evitare del tutto di andare in autostrada, preferirei che mi dicesse: ADDIO PER SEMPRE.

Ma è comunque meglio che pagare in contanti al casello e scambiare grugniti con gli operatori umani, veri esempi di simpatia e cordialità.

Le autostrade, al pari delle ferrovie e delle linee di autobus, sono classiche attività orientate al prodotto e non al cliente. Il cliente è un rompicoglioni e per chi ci lavora non c’è di meglio di un’autostrada senza traffico, un vagone vuoto o un autobus deserto.

Allora perché in Francia quando riparti ti salutano con Bonne journée e in Spagna ti accolgono con Hola?

Dice una leggenda che una strega cattiva piombò su un gruppo di giovani italiani che aspiravano a diventare grandi DJ e famose veline e li trasformò invece in operatori dei caselli autostradali.
Da quel giorno funesto, essi si vendicano con il resto del mondo adottando il tradizionale atteggiamento scortese e scorbutico.

Un’altra spiegazione è che “stanno lavorando”. In Italia, la parola lavoro ha dei connotati sacrificali e di grande sofferenza. Per far vedere che stai lavorando, occorre che il tuo dolore sia tangibile e chiaro per tutti. Uno con l’espressione cordiale non può stare lavorando.

Non so quale sia la vera spiegazione, ma se trovate un operatore o operatrice gentili, sorridete loro da orecchio a orecchio. Sono una razza in via di estinzione.

1 commento:

  1. Per l'italiano il lavoro è quell'attività noiosa che svolge tra il sonno e gli hobby. Il lavoro è un'ostacolo alla vita. D'altronde buona parte di noi discende dai Greci per cui il lavoro era degli schiavi. De Crescenzo racconta che suo nonno, napoletano doc, era orgoglioso di dire che non aveva mai lavorato.

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