mercoledì 12 agosto 2009

Il sogno

Mi sto arrampicando veloce su una strada di montagna. A metà mattinata, l’aria è limpida e fresca e mi sento euforico (avete presenti quelle giornate in cui tutte le manovre si susseguono lisce e senza sbavature e la coordinazione dei movimenti è impeccabile?).

La moto è come un’arma letale comandata dalla mano destra: alla minima rotazione del polso si lancia in avanti ringhiando, poi torna a brontolare sommessa mentre entro in curva e al momento di uscirne scarica in terra rabbiosa i cavalli del motore.

Sto viaggiando lungo la parete della montagna che sfreccia alla mia destra e subito a sinistra della striscia di asfalto scorre veloce una fitta schiera di alberi. Giro un’altra curva e mi trovo davanti un muro di plastica alto tre metri.

È un camper che si inerpica fumando a 40 kmh e riesce a bloccarmi del tutto la visuale, seguendo una linea zigzagante che ora lo porta nella corsia opposta, ora lo avvicina pericolosamente alla ghiaia della banchina destra.

“Devo superarlo prima che mi tiri un sasso in faccia” mi dico, ma non vedo assolutamente niente e sono costretto a seguirlo mentre si imbarca in un’altra curva a destra e barcolla nella corsia contraria.

Nello spazio libero che si crea tra camper e montagna scorgo però un rettilineo di almeno 100 metri seguito da una curva a destra. “Mi dovrebbe bastare” penso, e mi ritrovo già in sorpasso con il gas spalancato.

Sono quasi a fianco della cabina del camper quando, tra le ombre lunghe degli alberi che si proiettano sulla strada vedo un bagliore sospetto. È un’automobile scura che viaggia a luci spente verso di me, del tutto invisibile finché un raggio di luce non ne coglie una superficie cromata.

Mi resta una frazione di secondo che per decidere: mi attacco ai freni e lascio sfilare il camper o tiro dritto a tutto gas? L’automobile mi lampeggia (adesso li ha trovati i fari il deficiente!) e l’idiota del camper si spaventa e frena. Sono bloccato qui fuori in sorpasso e ora la decisione può essere solo di aprire tutto fino al limitatore.

Mi sveglio bagnato di sudore e con il cuore che batte a mille. Non saprò mai come sia finito quel sogno, ma il momento di gelo della brutta sorpresa non riesco a scuotermelo di dosso per tutto il giorno.

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