mercoledì 4 febbraio 2009

Orso a chi?

Mi devo essere fatto la reputazione di essere un po’ orso e mi domando perché.
Comunque sia, il soprannome ormai me l’hanno affibbiato. (Perché, quello di dinosauro non bastava?)
Ragionandoci sopra, sono giunto a questa conclusione.
Girata la boa della mezza età, ti rendi conto che il film prima o poi deve finire. A diciotto anni sei anche autorizzato a credere che duri per sempre, ma quando i diciotto li hai già compiuti tre volte e passa, non ti puoi più permettere illusioni di eternità. Al massimo, puoi puntare sulla longevità con l’aiuto dell’esperienza, un buon casco e il 95% che resta ce lo deve mettere la fortuna.

Allora, la storia dell’orso?

Avendo preso coscienza del fatto che il contatore gira e non torna mai indietro, perdere tempo con i cretini, i cafoni e gli arroganti diventa un lusso che non ti puoi permettere.

Giriamola così. La vita è troppo breve per dare retta a tutti. 
Meglio essere selettivi a costo di apparire degli orsi.
Il proprio tempo, come risorsa preziosa, non va buttato o regalato a chi non lo sa apprezzare.
Questo vale anche per chi ha diciotto anni, ma a quell’età si hanno le mani bucate e si perde tempo in tutti i modi e senza farsi troppi problemi.

Di sicuro c'è che non si può andare a genio a tutti. 
Anzi, c’è gente alla quale preferisco essere odioso. È una referenza negativa, lo so, ma ci tengo molto a non essere confuso come amico di quel tale o di quel tal altro.

Se poi passo per orso, va bene così. È il mio film.

OK, la birra me l’avete portata. E le patatine quando arrivano?


1 commento:

  1. Questa visione dell'essere orso è veramente molto sottile. Interessante analisi, complimenti!
    Ale68

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