venerdì 27 febbraio 2009

Pay-per-WC su Ryanair?

La solita Ryanair ha ventilato la possibilità che in futuro i passeggeri debbano pagare per l’uso del gabinetto nei suoi aerei.

Come diverse altre compagnie “low cost”, l’irlandese Ryan prova a sfruttare tutti i trucchi possibili per aumentare i suoi introiti, pur mantenendo bassa la tariffa vera e propria legata al volo.

In seguito all’imposizione di criteri di trasparenza, ora vigenti in Italia e anche in altri Paesi, le compagnie a basso costo non possono più applicare sovrapprezzi nascosti per i loro voli e attrarre passeggeri con tariffe ridicole.

Come Easyjet, però, Ryanair si inventa spesso degli stratagemmi piuttosto singolari per sfilare qualche soldo in più a chi vola. Con il tipico approccio anglosassone, per cui tutto quello che non è vietato è lecito (anche se completamente grottesco), si moltiplicano i piccoli supplementi che vanno aggiunti al costo del volo e che rischiano di raddoppiarlo quando li andate ad addizionare.


I siti Web di queste compagnie ricorrono spesso all’espediente di includere servizi e opzioni extra nel prezzo finale del biglietto e sta all’utente accorto cliccare di qua e di là per “deselezionarli” e non vederseli addebitare alla fine.

Agli albori delle “low cost”, già si pagavano le bevande e gli spuntini a bordo, mentre i loro siti Web includevano strane coperture assicurative indesiderate (che dovevate esplicitamente cancellare), oltre a caricare una commissione per chi pagava con carta di credito. Poi in seguito arrivarono anche i supplementi per l’imbarco anticipato rispetto agli altri passeggeri, il sovrapprezzo per la valigia caricata in stiva e sono state aumentate le penali per i cambi di prenotazione e i cambi di nominativo. Easyjet ha perfino inventato un contributo per “ridurre le emissioni di CO” prodotte dai motori dei jet, finanziando (dice lei) progetti energetici “puliti” in Sud America, al modico contributo di € 3,18 a persona.

Il prezzo finale, per chi non prenota il suo volo sei mesi prima, rischia a volte di rivelarsi poco vantaggioso rispetto ai voli di linea tradizionali, anche perché spesso l’aeroporto reale di destinazione si trova a 100 km dalla città dichiarata (è il caso di Francoforte, Barcellona e altre) e non quello principale, che è ben più vicino e meglio collegato. Per combattere la concorrenza delle "low cost", le compagnie tradizionali hanno anch'esse adottato dei nuovi criteri tariffari, che spesso risultano molto convenienti e vale oggi la pena di verificare se non convenga, per esempio, volare con Swiss o Lufthansa.

Ora, con il ventilato progetto del bagno a pagamento, Ryanair sta volando veramente basso e rischia di precipitare nel ridicolo.

Un Airbus A-319 consuma in media 2.500 litri di kerosene l’ora, per un costo di circa €700. Se nel corso di un volo di 60 minuti, 100 persone useranno i gabinetti pagando 1 Euro a testa, Ryanair avrà solo ridotto a €600 il costo del carburante, fermi restando tutti gli altri suoi costi fissi e variabili.

Ma ne vale la pena? Quanto costa in termini d'immagine rendersi ridicoli?

Ma almeno un vantaggio indiscusso le “low cost” ce l’hanno. Le pagate soltanto se ci volate.

Il contribuente italiano, persona paziente e anche un po’ ebete, ha ripianato per decenni i disastri finanziari dell’Alitalia anche quando non viaggiava. E forse non ha ancora finito di pagarli.

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